20-02-2017 3 minuti

Da discarica a fabbrica del futuro: Cucinella firma la rigenerazione del polo di Scapigliato

Economia circolare. Il più grande impianto di smaltimento toscano si trasforma in un hub che recupera e ricicla i rifiuti

"Contiamo di re-immettere sul mercato il rifiuto come nuovo prodotto, un’applicazione concreta dell’economia circolare"

 

Alessandro Giari

La discarica più grande della Toscana si re-inventa come fabbrica del futuro. Il polo di Scapigliato gestito da Rea Impianti a Rosignano Marittimo si rinnova, e per pensare il suo futuro ha affidato allo studio di Mario Cucinella il progetto di ampliamento. Con un investimento da 50 milioni si punta a costruire il più innovativo centro in Italia di raccolta e riciclo: un hub che crea valore dove ogni anno vengono smaltite 460mila tonnellate di rifiuti. Da alcuni mesi si discute sul progetto che è stato protagonista anche a Ecomondo, ma il Comune ha scelto di parlarne con i cittadini (20 febbraio) in un incontro aperto con il sindaco, l'amministratore della discarica pubblica e l'architetto. "Come trasformare una discarica in un complesso industriale impiantistico e in nuove opportunità per riqualificare il territorio" è il tema dell'assemblea pubblica.

“Scapigliato sarà trasformato progressivamente in un impianto di selezione, trasformazione e recupero – spiegano il Comune e Rea Impianti -. Contiamo di re-immettere sul mercato il rifiuto come nuovo prodotto, un’applicazione concreta dell’economia circolare”.

Entro il 2021 verranno realizzati tre interventi: la costruzione del Biodigestore anaerobico per il trattamento della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu) per la produzione di biometano; la generazione di compost di qualità da sfalci e potature; la linea di selezione dei rifiuti urbani e speciali non pericolosi di derivazione industriale per il recupero e la valorizzazione della materia.

“La discarica deve diventare sempre più piccola e selezionata – ha spiegato Alessandro Giari amministratore unico di Rea Impianti – e tutto ciò che entra deve essere trasformato in materia prima secondaria (rifiuto sottoposto ad un’operazione di recupero), in una nuova logica di economia di mercato e di sviluppo”.

Il progetto di conversione del sito prevede anche la creazione del Centro Toscano per l’economia circolare, un polo di innovazione regionale per sviluppare ricerca, creare prototipi e prodotti e stimolare start up che sperimentino i processi di trasformazione dei rifiuti in energia.
“Per favorire lo sviluppo di attività agronomiche – aggiungono i promotori – nella valle del Fine è previsto un incubatore rurale per la creazione di nuove imprese in grado di fruire delle opportunità generate dall’impianto, quali la produzione di risorse energetiche (25.000.000 kw di energia elettrica), il calore, l'anidride carbonica. L’operazione sarà favorita dall'acquisto di terreni, di capannoni agricoli e delle case coloniche adiacenti l'impianto”.

La gestione dei rifiuti in Italia non ha un passato felice. Secondo l’ultimo rapporto Ispra sui rifiuti urbani, nel 2015 in Italia la raccolta differenziata ha raggiunto il 47,5% sulla produzione totale nazionale. Una percentuale notevole, ma non abbastanza per il target del 65%, livello minimo obbligatorio richiesto dall’UE.
Se sul fronte della raccolta il nostro Paese non risulta adeguato, non si può dire lo stesso per il tasso di riciclo, che ad oggi si stima intorno al 46% e che di questo passo farà conseguire in anticipo sui tempi l’obiettivo del 50% entro il 2020, richiesto dalla direttiva europea 2008/98/CE.

Una scelta, quella del riciclo, che fa guadagnare non solo sotto il profilo ecologico ma anche sotto quello economico. Infatti, computando una spesa di 167,97 euro l’anno pro capite per i servizi di igiene urbana, una cifra media di 58,98 euro riguarda i costi di gestione dei rifiuti indifferenziati, mentre per quelli differenziati si spende 46,35 euro l’anno.

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