29-01-2018 4 minuti

Da New York ad Hong Kong, la micro-casa come terreno di sperimentazione

Cellule appese sulle pareti cieche dei palazzi o cilindri ricavati tra i vuoti degli edifici

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i progetti di mini appartamenti. Pochi mq in cui inserire tutto l’essenziale, rendendo più vivibile un micro-spazio, grazie a creatività e organizzazione

Un piccolo modulo componibile, come la cella di un alveare, pensato per essere “appeso” sulle pareti esterne dei palazzi, quelle vuote e senza finestre. Si chiama Homed l’ultimo progetto sviluppato da Framlab, studio con sede a New York e Oslo, che ha ideato un nuovo prototipo di abitazione, cercando di rispondere al problema del numero crescente di senzatetto della Grande Mela. “I senza fissa dimora hanno raggiunto in questi ultimi anni il numero più alto dalla grave crisi finanziaria degli anni ’30 – hanno spiegato i progettisti – questo modello di rifugio urbano intende offrire ai meno fortunati uno spazio sicuro, pulito e confortevole, in grado di resistere a condizioni climatiche rigide e fredde e di fornire uno spazio fresco durante l’estate”. Le singole unità sono assemblabili fra loro, e sono realizzate in strutture metalliche esternamente e internamente sono composte da elementi stampati in 3d.  

Un caso limite e unico per accendere un faro sul tema delle micro abitazioni, una tendenza in aumento che trova sempre più risposta nel mercato immobiliare. Dalle metropoli più densamente popolate al mondo come Hong Kong e New York, fino alle città europee più estese come Londra e Parigi, negli ultimi anni si sono moltiplicati i progetti di mini appartamenti pensati per single, coppie e persone con basso reddito. Pochi mq in cui inserire tutto l’essenziale: bagno, angolo cottura, scrivania e letto, rendendo più vivibile un micro-spazio, grazie alla creatività e ad una buona organizzazione.

Tra i progetti più recenti anche Opod, presentato nelle scorse settimane dallo studio James Law Cybertecture. Si tratta di abitazioni di 9 mq di superficie a forma di cilindro, pensate per essere inserite negli spazi vuoti tra un palazzo e l’altro. Piccoli e super-tecnologici, questi mini appartamenti, di cui finora è stato realizzato solo un primo prototipo ad Hong Kong, sono dotati di un divano-letto, doccia e wc. Non è previsto un reale angolo cottura, ma è stato pensato uno spazio ad hoc dove mettere un forno a microonde e un frigo. “Il costo di realizzazione di questi spazi è di circa 12mila euro – ha dichiarato James Law, titolare dello studio – e potrebbe quindi essere affittato a 340 euro al mese. Molto meno della media di Hong Kong che si aggira intorno ai 1700 euro”. 

Tra le case più micro c’è quella realizzata nel 2014 dallo studio parigino KitoKo a Parigi, in un palazzo storico della seconda metà del XIX secolo. In otto metri quadri c’è spazio per un letto singolo, un tavolo con due posti a sedere, una libreria, un bagno e un angolo cottura. La stanza vuota è stata sfruttata al massimo inserendo un grande armadio a scomparti estraibili, come fossero cassetti. “Il concept si ispira alla multifunzionalità dei coltellini svizzeri – hanno spiegato i progettisti – e proprio come un coltellino, la struttura si dispiega a seconda dei bisogni. Basta tirare un’anta, per esempio, per scoprire la libreria a gradoni che funge anche da scala per accedere al letto posto nella parte superiore dell’armadio”. 

E ancora, in Svezia per gli studenti lo studio Tengbom ha pensato invece alla Smart Student Unit. Nata nel 2013 dalla collaborazione tra i due soci Linda Camara e Pontus Åqvist e la Lund University, la struttura è una piccola capsula indipendente che misura 10 mq di superficie ed è stata concepita per essere economicamente ed ecologicamente sostenibile. “Grazie all’utilizzo del legno come materiale principale di costruzione siamo riusciti a ridurre i costi di quasi il 50%, abbattendo di pari passo anche l’impatto ecologico” hanno spiegato Camara e Åqvist. All’interno di un’unità tipo si trovano una cucina, un bagno e un soppalco con il letto a cui si accede salendo gli scalini fissati sulle pareti, che fungono anche da scaffali dove appoggiare scatole, libri e altri oggetti di dimensioni ridotte.  

Vanno da 23 a 34 mq infine le 55 abitazioni di My Micro NY, realizzate nel 2015 a New York dallo studio nArchitects. Gli appartamenti sono stati realizzati come moduli separati e sono successivamente stati posizionati uno sopra l’altro con una gru, andando a comporre una palazzina di nove piani a Manhattan. Ciascuna unità è composta da una cucina, un bagno e una zona più ampia adattabile a seconda delle esigenze, come studio, salotto o camera da letto. I soffitti alti tre metri, hanno permesso di inserire nella parte superiore un’intercapedine adibita a ripostiglio e raggiungibile con una scala. L’affitto degli appartamenti più piccoli si aggira intorno agli 880 euro al mese, 1390 invece per i più spaziosi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli Correlati
  • Con la Milano Design Week volano i prezzi degli affitti brevi

  • Diversificazione, industrializzazione dei processi e organizzazione. Chi è Dba Group

  • A Milano una high line come a New York, il futuro secondo FS Sistemi Urbani

  • Castel Sant’Angelo avrà il sottopasso: lavori del Giubileo al via ad agosto