05-10-2017 Paola Pierotti 2 minuti

Dalle utopie ai cantieri, l’esperimento di Torinostratosferica

Tre giorni di evento visionario e pubblico nel capoluogo piemontese

"Ci interroghiamo su come fare leva sulle caratteristiche specifiche e intrinseche di Torino per migliorare il posizionamento della città a scala internazionale"

Luca Ballarini

Mancano pochi giorni a Torinostratosferica Utopian Hours, il festival dedicato al futuro delle città e a immaginare Torino al suo meglio. “In 20 anni ci siamo occupati di tanti aspetti del design, ma progettare un grande evento che celebra un’utopia collettiva ci sembra forse il più eccitante di tutti” così Luca Ballarini, anima dell’iniziativa racconta l’esperimento collettivo ideato nel capoluogo piemontese per immaginare la città “al suo meglio. Senza limiti, committenti, preconcetti. Senza calcoli di fattibilità. Un progetto di branding e city imaging per costruire una visione di città partendo dai nostri desideri”.
Dal 13 al 15 ottobre, a Torino il Bellissimo Blue Loft sarà totalmente svuotato per ospitare esperti di città, designer, city-maker, flaneur, visionari. Tre giorni di kermesse con 5 mostre, 12 talk, 39 ospiti.

“È un esperimento alternativo e indipendente che abbiamo messo in atto da quando intorno al 2013-2014 pensavamo di poter contribuire in modo innovativo allo sviluppo del terzo Piano Strategico di Torino. Da allora – racconta Ballarini – abbiamo coinvolto rappresentanti di case history e animato un dibattito sul futuro delle città”. A valle del lavoro fatto, forti della rete di rappresentanti dell’industria creativa locale, di editori, artisti, direttori di festival, architetti e videomaker, è nata l’idea di un festival aperto alla città.

Torinostratosferica è anche un sito, uno spazio di proposte, una raccolta di idee e dichiarazioni su come la città potrebbe esprimersi, svilupparsi, rinascere. “Sfruttando le caratteristiche specifiche e intrinseche ci interroghiamo su come fare leva su queste per migliorare il posizionamento della città a scala internazionale. Constatiamo che città più complicate come Parigi, Londra, fino a Città del Messico – racconta Ballarini – sono riuscite a concretizzare progetti ambiziosi. Abbiamo invitato i protagonisti di questi processi a raccontarci le loro utopie e i loro cantieri”.
Se è vero che Parigi ha annunciato che nel 2024 la Senna sarà balneabile e che il lungofiume sarà restituito alla città, perché Torino non può investire sulla relazione con i suoi fiumi? “Se ad Amsterdam c’è il sindaco della notte – racconta Ballarini – che coinvolge in un' associazione culturale i portatori di interesse dei lavoratori notturni e a Londra è stata organizzata una mostra sul tema, perché non ricordare che bisogna investire in questo senso?”. La notte come motore di sviluppo di una città che vive 24 ore, come infrastruttura per riprogettare creativamente gli spazi. Altro argomento sotto osservazione è quello del verde, cuore pulsante nel centro città e nelle periferie. Non si trascurerà il tema dei micro-interventi capaci di essere capillarmente incisivi in un progetto di qualità diffusa.

Non ci sono professori né urbanisti. "Torinostratosferica è un evento visionario, immaginifico e molto vicino ai cittadini” ribadiscono i promotori. Un esperimento che strizza l’occhio alle migliori esperienze internazionali.
 

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Paola Pierotti
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