04-12-2019 Paola Pierotti 4 minuti

Domus d’autore. Sarà Chipperfield a firmare i 10 numeri del 2020

Il suo manifesto: L’obbligo di offrire una visione e la necessità del fare

"Dobbiamo proporre scenari in cui le esigenze della comunità siano meglio rappresentate, e la qualità della vita sia considerata un diritto"

David Chipperfield

Ad aprile lo studio David Chipperfield Architects Milano, in collaborazione con la società di ingegneria Steam, si è aggiudicata il concorso internazionale di progettazione organizzato dall’Università di Padova, per la realizzazione del nuovo Campus delle Scienze Sociali ed Economiche denominato “PiaveFutura”. A giugno il progetto di recupero delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco a Venezia, commissionato da Generali allo studio David Chipperfield Architects Milano nel 2017, dopo aver ottenuto a gennaio 2019 l’autorizzazione da parte della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, ha ricevuto il permesso di costruire da parte del Comune di Venezia.

Entro fine anno, arriva una terza buona notizia per l’architetto inglese, nominato terzo protagonista del progetto 10x10x10, 10 numeri da collezione della rivista Domus, facendo seguito all’impegno portato avanti nel 2018 da Michele De Lucchi e nel 2019 da Winy Maas.

L’architetto in Italia. Da gennaio 2020 Chipperfield (classe 1953, Londra) sarà quindi al timone di Domus, per accompagnare la rivista al suo centesimo anno di vita. Un piede saldo in Italia dopo decine di concorsi e progetti rimasti sulla carta come quello del Santa Chiara a Pisa. Non senza qualche opera realizzata come il Mudec a Milano e altre, a rilento, come il Palazzo di Giustizia di Salerno. Protagonista a Padova nel 2005 con la mostra promossa dalla Fondazione Barbara Cappochin e nel 2012 a Venezia per la Biennale dedicata al tema Commond Ground.
«Siamo onorati di ospitare David Chipperfield e condividere con lui un intero anno del suo percorso e della vita della nostra Domus. Quello che abbiamo intrapreso è un viaggio lungo e impegnativo ma soprattutto una sfida ambiziosa, complessa e a nostro parere assolutamente inevitabile – spiega Maria Giovanna Mazzocchi, Presidente di Editoriale Domus – per affrontare i profondi cambiamenti in corso c’è bisogno di visione e prospettiva. Anno dopo anno Domus si sta impegnando a offrire al pubblico una visione unica, diversa e originale. L’arrivo di David Chipperfield conferma la capacità della rivista di rinnovarsi e mantenere le promesse attraendo, oggi come ieri, i massimi protagonisti dell’architettura e del design internazionale».

Un concetto, quello della necessità di visione, che è esattamente al centro del manifesto d’intenti che David Chipperfield ha realizzato per Domus 2020 e che viene allegato alla monografia a lui dedicata, in uscita con il numero di dicembre.

«Dobbiamo proporre scenari in cui le esigenze della comunità siano meglio rappresentate, e la qualità della vita sia considerata un diritto. Le soluzioni non possono arrivare da un singolo progetto: i percorsi più significativi vengono definiti più a monte, molto prima del punto in cui assolviamo ai nostri singoli compiti – dichiara l’architetto nel manifesto – è solo agendo collettivamente che troveremo la nostra voce e la sapremo far valere nelle sedi in cui si prendono le decisioni cruciali. La brutale energia degli investimenti e della crescita può essere contrastata solo tramite una visione: questo è ciò che dobbiamo offrire».
La volontà espressa dal nuovo guest editor di Domus rappresenta al tempo stesso un sentito invito, rivolto a tutti gli addetti ai lavori, per una nuova presa di coscienza professionale: «Architetti, designer e urbanisti: come dovremmo reagire alle grandi sfide poste dalla crisi climatica e dalla crescente disuguaglianza economica e sociale? Spesso sosteniamo che la responsabilità è nelle mani di chi controlla il quadro finanziario e politico dove operiamo, ma è ora di smettere di accettare il paradosso di una posizione che mescola resistenza e complicità, sviluppando teorie per illustrare il nostro disagio. Oltre a fissare obiettivi per il consumo energetico, a sviluppare tecnologie sempre più intelligenti e materiali sostenibili, dobbiamo anche ridiscutere i presupposti dai quali le nostre posizioni professionali sono diventate dipendenti. Non siamo esperti di scienze ambientali né sociologi, tuttavia sappiamo che le nostre professioni hanno conseguenze sociali e ambientali, e sappiamo anche che possono contribuire a trovare delle soluzioni».

Le grandi sfide del momento, secondo Chipperfield? La disuguaglianza sociale, la sostenibilità ambientale e il valore da restituire alla comunità. 
«Con l’arrivo di David Chipperfield – dichiara Walter Mariotti, direttore editoriale dell’intero sistema Domus e responsabile della continuità del progetto 10x10x10 – il Sistema Domus dimostra la capacità di rivendicare a livello globale un ruolo centrale all’architettura e al design della nostra epoca e si propone come interfaccia di analisi e critica della realtà e delle sue incongruenze che dalla geopolitica alla finanza si riflettono in tutti gli aspetti della vita associata. Distribuendo contenuti e significati sempre più evoluti – attraverso il magazine, gli eventi e i servizi digital – si propone come bastione di avanguardia e di sfida sia alla criticità del mercato dei media sia al cinismo di un certo ambiente progettuale, che continua a pensarsi sganciato dalla realtà”. 

Dieci numeri d’autore e da collezione a partire dalle copertine firmate dall’artista e fotografo tedesco Thomas Demand che svilupperà un progetto modulare. A immortalare il progetto architettonico al centro di ogni numero sarà Iwan Baan, autore dei principali reportage urbani degli ultimi anni mentre Jasper Morrison, uno dei progettisti più apprezzati dalla scena mondiale, si dedicherà alla sezione design.

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Paola Pierotti
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