04-02-2015 Paola Pierotti 6 minuti

Il nuovo stadio del Milan: metodo e linguaggio Arup. Intervista ai progettisti

L’esperienza della società internazionale declinata nel contesto urbano. Parlano Maurizio Teora e Luca Buzzoni, project director e project manager

"Arup ha lavorato con AC Milan individuando inizialmente 18 aree potenziali. Le tre oggi possibili sono il Portello, Piazza D’Armi e lo Scalo Farini. Ovviamente la proposta progettuale per il Portello non potrà essere replicata in altre aree alternative"

Maurizio Teora

Dopo mesi di silenzioso lavoro il Milan esce allo scoperto con il primo concept del nuovo stadio: uno stadio urbano da realizzare nell’area dell’ex fiera di Milano. Niente astronavi ma una nuova architettura che si ispira al contesto, con una facciata monolitica e una copertura verde. Un quartiere rossonero dove la vocazione sportiva si integra a servizi per i cittadini. La società guidata da Barbara Berlusconi ha risposto alla manifestazione di interesse indetta da Fondazione Fiera di Milano proponendo la costruzione di un’architettura compatta, sostenibile, a rumore zero, con una copertura mobile e verde. Una struttura sportiva innovativa da 50mila posti integrata con un hotel da 200 stanze e una scuola superiore. Il linguaggio è 100% Arup e il progetto è stato sviluppato con la consulenza del Politecnico di Milano.

La società di progettazione sta lavorando da fine 2013 collaborando con Alfonso Cefaliello e Antonio Marchesi del cda della società AC Milan, che sono di fatto "gli alfieri" della soluzione divulgata in questi giorni sulla stampa, sui siti web e via social network. “La nuova struttura dello stadio rispetterà i limiti di altezza dei palazzi esistenti, raggiungerà i 36 metri (il Meazza raggiunge i 60), non avrà nulla a che vedere con le nuove costruzioni avulse dal contesto paesaggistico ma integrerà funzioni sportive e d’intrattenimento con la vita e le esigenze della città” spiegano gli ingegneri Maurizio Teora e Luca Buzzoni, rispettivamente project director e project manager dell’operazione che hanno coordinato il team dello studio milanese insieme al capo architetto di Arup Europa James Finestone.

Ingegner Teora, come è arrivato il Milan ad identificare l’area del Portello come localizzazione per il nuovo stadio?
Arup ha lavorato con la società calcistica individuando 18 aree potenziali, su 8 di queste abbiamo elaborato in questi mesi una serie di studi di fattibilità approfonditi, ne sono state selezionate 4 e su queste, esclusa l’area Expo, ora si sta concentrando l’attenzione. Le tre aree possibili sono appunto il Portello, Piazza D’Armi l’area militare dietro l’ospedale San Carlo e prossima a San Siro e lo Scalo Farini.

Il Milan ha scelto di approfittare dell’opportunità della Fondazione Fiera, rispondendo quindi ad una chiamata pubblica (complessivamente hanno partecipato sei gruppi, ndr), per avanzare una prima soluzione possibile con un meta-progetto. Ovviamente la proposta progettuale non potrà essere replicata in altre aree alternative a quelle del Portello.

Che tipo di studi avete fatto per le diverse aree potenziali?
Abbiamo valutato le aree dal punto di vista urbanistico, studiando gli accessi e gli effetti sul trasporto, pubblico e privato. Abbiamo verificato i flussi dei tifosi, l’eventuale richiesta di parcheggi e la disponibilità delle aree. Per quanto riguarda i parcheggi il Portello non è tra le migliori ipotesi ma sul fronte del trasporto pubblico la situazione è eccezionale anche grazie alla nuova fermata della metropolitana, linea 5. Arup con Systematica ha messo a punto uno studio sui servizi pubblici limitrofi, sui tempi d’attesa, sulla frequenza dei mezzi di trasporto e dai risultati complessivi l’area del Portello sembra di fatto la più performante.

AC Milan ha qualche preferenza rispetto alle tre potenziali aree?
L’area del Portello si trova di fronte a Casa Milan e con questa opzione si può realizzare l’idea di stadio-urbano che la committenza ha a cuore. Inoltre, nell’ipotesi Scalo Farini i tempi potrebbero allungarsi perché la procedura di assegnazione dell'area prevede la cessione di aree ferroviarie a privati e si richiederebbero funzioni associate a quella prettamente sportiva (commerciale, direzionale e residenziale).

Ingegner Buzzoni, il concept della vostra proposta progettuale?
Il sito è già densamente costruito, quindi abbiamo optato per un nuovo edificio capace di dialogare con la preesistenza. Un volume squadrato, regolare, modulare, ben integrato. Anche in termini di funzioni e servizi abbiamo pensato ad uno stadio che non fosse solo un club ma uno spazio per la città. Il tema della sostenibilità l’abbiamo declinato in termini di impatto urbano ipotizzando quindi una copertura capace di mitigare il rumore ma attento anche all’aspetto sociale preoccupandoci quindi delle ricadute e dei benefici di chi vive nell’area.

Teora, particolari richieste da parte della committenza?
Il catino dello stadio ha richiesto uno studio molto approfondito. Il Milan è una squadra esigente avendo vissuto per tanti anni a San Siro e avendo partecipato alle numerose modifiche per adattarlo ripetutamente alle necessità di uno stadio moderno. Abbiamo sviluppato quindi la soluzione con due anelli continui con una capienza di circa 43-44mila posti complessivi che saranno ulteriormente implementati probabilmente con un sistema modulare fino a raggiungere i 50mila posti. Dopo il primo anello ci saranno gli skybox.

Al Portello prevedete il riuso di qualche struttura o sarà un’operazione di demolizione e ricostruzione?
Il nostro progetto prevede anche di scavare per due livelli sotto il piano stradale. Ma non riusare non esclude il riciclo dei materiali: se andrà avanti questa opzione valuteremo come può essere smontata e recuperata la struttura prefabbricata. Sicuramente potremo riusare parte dei materiali.

Teora, di che investimento parliamo nell’ipotesi Portello?
Siamo intorno ai 5mila euro a posto per lo stadio. La società parla di un’operazione da 300-320 milioni di cui 220-240 per costruire lo stadio e il resto per le altre parti del progetto (hotel, scuola, spa, interventi di urbanizzazione), esclusi gli oneri per l'acquisto dell'area.

Arup nel mondo ha firmato numerosi stadi da Pechino a Monaco, per il Milan al Portello avete proposto una soluzione originale sicuramente nella compattezza della struttura e nella copertura. Cosa immaginate?
Il tetto sarà multifunzionale, riprenderemo l’idea del palasport olimpico di Torino (firmato Arata Isozaki e Arup) ma lo svilupperemo date le dimensioni con un mix di funzioni integrate. Sarà una piazza pubblica sospesa a cui si accederà da ingressi separati rispetto allo stadio. L’albergo (previsto dal bando della Fiera di Milano) sarà integrato con la struttura sportiva.

Abbiamo sviluppato finora un meta-progetto con alcune componenti avanzatissime e con altre da affinare. Cercheremo di puntare ad una soluzione energia zero, di sfruttare le tecnologie più avanzate per la produzione di energia e per il sistema di illuminazione anche portando all’interno dello stadio più luce naturale possibile. Abbiamo approcciato il tema interrogandoci su cosa sia oggi l’esperienza-stadio, anche attraverso l’uso di App dedicate.

Reazioni dell’Amministrazione comunale?
Il Comune ha espresso soddisfazione per la soluzione legata alla rigenerazione del Portello essendo un’area oggetto di attenzione da parte dell’amministrazione comunale interessata ad arrivare alla riqualificazione dei due padiglioni della Fiera inutilizzati.

Buzzoni, alcune richieste puntuali che il Milan vi ha chiesto di tenere in considerazione nello sviluppo del progetto?
Il progetto è nato da una stretta collaborazione con il cda della società che fin dall’inizio ha definito le linee guida. Alcuni punti fermi? L'esperienza di altissima qualità per tutti gli spettatori; la posizione degli skybox nel catino; la previsione di spettatori super-privilegiati in aree dedicate; la disposizione di lounge al piano terra dietro il primo anello; la realizzazione di anelli allineati e non sovrapposti come fossero palchi di un teatro. Inoltre, AC Milan ci ha chiesto fin da subito di lavorare sul tema della sostenibilità evitando soluzioni speculative e privilegiando un progetto urbano.

Tempi presunti?
Se andremo avanti con questa idea prevediamo di sviluppare entro giugno il preliminare, consideriamo 18 mesi per la progettazione e l’obiettivo ambizioso della società calcistica è di riuscire a giocare nel nuovo stadio il campionato 2018-2019.

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Paola Pierotti
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