28-04-2016 Paola Pierotti 4 minuti

Inu a Cagliari: serve una rivoluzione nella quale il Paese metta al centro il progetto e le persone

Due giorni di congresso per prendersi degli impegni e strutturare una nuova cassetta degli attrezzi per l’urbanistica

"L’Inu rinnova la propria intenzione di promuovere l’aggregazione, le alleanze, la messa a sistema delle conoscenze e delle proposte, coinvolgendo i soggetti capaci di fornire esperienza, sia di metodo che di contenuti, per integrare indicatori inerenti la sostenibilità delle scelte e delle politiche"

Silvia Viviani

Al via a Cagliari il Congresso Nazionale dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Silvia Viviani, presidente Inu, ha parlato di un evento che dovrà essere uno snodo fondamentale per la storia dell'istituto. "Prenderemo degli impegni che nasceranno nel corso dell'evento anche da un confronto con tutte le nostre sezioni. Usciremo con una nuova cassetta degli attrezzi per l'urbanistica, per renderla di nuovo socialmente utile. Da troppo tempo è rinchiusa nelle dimensioni della regolamentazione burocratica ed edilizia".

Presidente, per una nuova stagione di buona urbanistica, l’Inu consiglia di saper far tesoro di altri saperi. Tipo?
Le tecniche urbanistiche che costituiscono il bagaglio scientifico della nostra disciplina attengono alle modalità di conoscenza e interpretazione, di rappresentazione, di progettazione e comunicazione.

A Cagliari l’INU è impegnato nel suo Congresso Nazionale per dare forza ai princìpi di buon governo, concretamente cosa intende?
Penso alla cura della cosa pubblica, all'integrazione delle politiche, alla coesione dei soggetti che intervengono nei processi di definizione degli strumenti e delle strategie, all'attenzione ai bisogni, all'ascolto, alla gestione dei conflitti, alla continuità dell'amministrazione. Quindi alla traduzione in parametri tecnici delle aspettative e delle esigenze della popolazione e dei programmi politici, al sostegno culturale e scientifico alle procedure amministrative, alla partecipazione, alle valutazioni di sostenibilità.

Una città italiana che secondo questi parametri è sulla buona strada? Perché?
Torino, che ha saputo unire la pianificazione urbanistica e la programmazione economica, spendendo bene le risorse che si sono rese disponibili, secondo una strategia complessiva

Una città internazionale che fa scuola? Perché?
C'è un patrimonio di esperienze nel mondo, che insegnano soprattutto l'importanza della sperimentazione, della messa in opera delle strategie. Accade in Germania, in Olanda, in America e in molte altre realtà. Nessuna esperienza è esaustiva, tutte vanno conosciute.

L'obiettivo del Congresso?
Abbandonare schemi e modelli che non sono utili per rendere le città migliori, declinare nuovi strumenti, prendere impegni per restituire all'urbanistica un'utilità sociale, contribuire a riavvicinare cittadini e istituzioni, a incrementare i valori civici, a generare valori pubblici comprensivi della cura collettiva degli spazi della città.

Gabriele Del Mese ha pubblicato su PPAN un appello “ingegneri creativi in via di estinzione”. L’appello del presidente Inu agli urbanisti? 
Costruiamo il futuro insieme. Condividiamo un'idea di paese e abbiamo il coraggio di difenderla, di sperimentare e di sollecitare una nuova domanda, una nuova committenza che chieda qualità e ingegno. Investiamo sulla formazione, non smettiamo mai di studiare e di inventare, lavoriamo con gli altri professionisti che portano altri sguardi e altri saperi. Misurarsi con il rango culturale dell’agire professionale è imprescindibile dalla riconquista dell’autorevolezza e dell’utilità sociale delle nostre discipline e pratiche. È importante indicare le priorità culturali, contrastando ogni settorialismo, nella consapevolezza che la rappresentazione dell’ambiente, elaborata secondo le percezioni soggettive, è un tramite per organizzare i comportamenti.

Progetto Paese è il vostro slogan. A cosa pensate?
Pensiamo a una rivoluzione nella quale il paese metta al centro il progetto e il progetto metta al centro la persona. È una missione culturale, una torsione dello sguardo, che recupera anche l'umanesimo delle scienze.

L’Inu rinnova la propria intenzione di promuovere l’aggregazione, le alleanze, la messa a sistema delle conoscenze e delle proposte, coinvolgendo i soggetti capaci di fornire esperienza, sia di metodo che di contenuti, per integrare indicatori inerenti la sostenibilità delle scelte e delle politiche. 

Oltre la regolamentazione, come può l’Urbanistica tornare ad essere socialmente utile? A quali domande deve saper rispondere l’Urbanistica di oggi?
Può dare risposta ai nuovi bisogni di cittadinanza, di accoglienza, di sicurezza, di bellezza e di salubrità. Può rinnovare i propri strumenti affinché siano azioni che individui e comunità possono percepire e usare per migliorare le condizioni di convivenza.

Avete fatto una call per video dedicati al “Paese che vorrei”. Quali gli esiti? Quali gli orizzonti?
La call ha avuto successo, sono arrivati quasi duecento progetti da tutto il mondo. C'è vitalità, ci sono idee, c'è impegno. Dare la possibilità alle idee, al confronto e al dialogo è un modo per produrre conoscenza e favorire la condivisione. Gli orizzonti sono quelli dell'interpretazione del cambiamento, ove ci si sente a disagio per l'incertezza nella quale viviamo ma al contempo entusiasti per la consapevolezza che ogni azione può avere importanza nella costruzione di un futuro che non ci viene incontro da solo, ma va progettato.

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Paola Pierotti
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