15-06-2015 Paola Pierotti 4 minuti

Oltre lo stadio, As Roma svela le tre torri di Libeskind. Una trentina gli studi in campo

Piano di 125 ettari con stadio, business park e convivium. Sei mesi per l’ok della Regione e apertura del cantiere entro l’anno

"E' un progetto molto complesso e costoso, impegnativo per questioni infrastrutturali. Dobbiamo essere meticolosi per lavorare d’anticipo ed evitare problemi in fasi successive. Siamo in ritardo di un paio di mesi sulla tabella di marcia ma raramente mi sono confrontato con amministrazioni così veloci"

James Pallotta

“Entro l’anno partirà il cantiere e contiamo che in 22-24 mesi si possa arrivare alla costruzione dello stadio vero e proprio”. James Pallotta, presidente AS Roma punta dritto alla meta e per illustrare i passi avanti fatti in questi mesi per inaugurare la nuova Casa della Roma ha presentato la squadra di tecnici e consulenti che da mesi lavora al progetto. Sono già una trentina le società coinvolte. In prima fila ci sono Meis Architects, Daniel Libeskind e Lend Lease, per il paesaggio lavora lo studio Land. Tra gli altri c’è anche Arup Italia per il coordinamento della parte infrastrutturale con attenzione agli impianti e ai servizi per la parte dei privati, Ste per le nuove infrastrutture, Inco per il potenziamento del trasporto su ferro e Systematica per lo studio della mobilità e dei trasporti. In campo c'è anche Abdr per la realizzazione di due attraversamenti. E secondo indiscrezioni Luca Parnasi, ceo di Eurnova, avrebbe già contattato altri studi italiani come Labics, Piuarch, Stefano Cordeschi e lo studio di Architettura Tamburini per la progettazione di alcuni edifici ai piedi delle tre nuove torri che oggi a Roma sono state svelate dallo stesso Libeskind.

Il progetto è stato presentato come “uno dei più importanti progetti di rigenerazione urbana in Europa, completamente finanziato con capitali privati per circa 1,5 miliardi di euro”. Si tratta di un masterplan di 125 ettari che combina le più avanzate strutture per lo sport, tra cui lo stadio di 52.500 posti estensibile fino a 60mila e la Nuova Trigoria, il Business Park e un distretto dedicato all’intrattenimento, il cosiddetto Convivium, aree verdi e parchi. Ci si aspetta di creare almeno 12mila nuovi posti di lavoro in un’area che dovrà vivere 7 giorni su 7. Secondo il cronoprogramma lo stadio sarà pronto per la stagione 2017/2018 mentre il business park si guarda al 2018, “sarà gestito da una sgr italiana – ha dichiarato Luca Parnasi – stiamo definendo gli ultimi accordi”.

Nel dossier si legge che Tor di Valle/Stadio della Roma diventerà il distretto di Roma con la maggiore connessione di trasporti pubblici, apportando enormi benefici anche alle aree limitrofe: previsto un ponte pedonale, un ponte stradale il prolungamento della metro B e il potenziamento delle linee ferroviarie Roma-Lido e Roma-Fiumicino. Systematica ha discusso anche l’opportunità di utilizzare il fiume come via d’acqua per il trasporto e di costruire una pista ciclabile che in mezzora arriva all’area oggetto di intervento dal centro della capitale.

As Roma con Eurnova (Parsitalia), guidate dalla holding creata ad hoc per realizzare l’infrastruttura, hanno consegnato oggi in Campidoglio il dossier di 800 pagine che servirà ad avviare rapidamente la conferenza dei servizi. Un nuovo capitolo per la città, lo sport, l’intrattenimento e il business. "Si tratta di un progetto molto complesso e costoso, impegnativo per questioni infrastrutturali – ha dichiarato James Pallotta -. Dobbiamo essere meticolosi, come siamo, per lavorare d’anticipo ed evitare problemi in fasi successive. Siamo in ritardo di un paio di mesi sulla tabella di marcia ma raramente mi sono confrontato con amministrazioni così veloci. In un anno e mezzo siamo arrivati già qui”.

“Il progetto di Tor di Valle è una trilogia che riprende il dna dell’architettura romana – ha dichiarato Daniel Libeskind – Roma avrà un business park di livello internazionale collegato allo stadio, un quartiere vivace e sostenibile per questa antica città che guarda alle sfide della contemporaneità”. Il progetto per il business park è formato da tre torri che dialogano l’una con l’altra. “Tra loro intercorre uno stretto rapporto volumetrico, come fossero tagliate da un unico blocco di pietra. Le masse dei tre edifici – spiegano i progettisti – collimano l’uno con l’altro, come antichi blocchi da costruzione, creando una composizione armonica di elementi con una propria individualità all’interno di un disegno comune. Le torri hanno una disposizione triangolare, con una piazza porticata di circa 3.000 metri quadrati di superficie, immersa in un giardino con specchi d’acqua”.

Anche Roma avrà la sua Citylife. Le tre torri saliranno da un podio a tre piani con un tetto verde che ospiterà vari servizi come palestra e ristoranti. I materiali non sono ancora definiti: Libeskind parla di vetro e acciaio, con una buona presenza di verde anche all’interno degli edifici e con openspace multi-livello pensati per il lavoro, lo svago o per eventi di vario genere.

Guardando ai numeri, Parsitalia precisa che dei 125 ettari il 50% sarà destinato ad aree verdi, l’11% alle infrastrutture, il 14% ai parcheggi, il 15 % a piazze e spazi pubblici. Solo il 10 % agli edifici privati includendo quindi lo stadio, i ristoranti, i negozi e gli uffici). Per quanto riguarda il mix funzionale la distribuzione prevede un 36% per lo sport, un 33% per il divertimento e il 31 % per il direzionale, includendo le tre torri e sei edifici a corte.

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Paola Pierotti
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