20-03-2018 4 minuti

Partnership pubblico-privata: un valore aggiunto per il patrimonio e il territorio

Formiglio, Agenzia del Demanio: “partecipazione” significa realizzare il progetto a partire dalle esigenze della comunità

"Se abitassi a Valeggio sul Mincio, l’unica preoccupazione che avrei sarebbe quella che la scuola si facesse subito"

Giovanni Formiglio

Quello della partnership pubblico-privata (PPP), è stato per anni un processo accostato a tentativi di fare cassa da parte delle amministrazioni, centrali e locali, senza nessun tipo di visione di medio o lungo periodo. Negli ultimi anni però, si sta facendo strada un nuovo approccio che vede nella dismissione di elementi del patrimonio pubblico un’occasione per dar vita a processi virtuosi, stimolando l’interesse e gli investimenti di società private e start-up. Esplicativa, in questo senso, è l’operazione che ha portato all'affidamento tramite bando di 50 tra fari, torri ed edifici costieri promossa dall’Agenzia del Demanio, ente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con l’obiettivo di far gestire e valorizzare il patrimonio immobiliare statale ai cittadini stessi.

Ma come può, un’opera pubblica, rinascere grazie al contributo dei privati? Giovanni Formiglio, coordinatore della comunicazione integrata dell’Agenzia del Demanio, è intervenuto sull’argomento durante l’incontro con la cittadinanza promosso dal Comune di Valeggio sul Mincio, nell’ambito dell’operazione di comunicazione Valore Valeggio, promossa dall’Amministrazione, finalizzata alla costruzione di un nuovo polo scolastico. “Ci sono esempi concreti che possono dare un’idea chiara dei vantaggi che un processo virtuoso di PPP può portare al territorio. Villa Tolomei, sulle colline fiorentine, era una residenza abbandonata ad un degrado estremo. Attraverso una concessione di valorizzazione, l’immobile è stato dato ad una società che vi ha realizzato un albergo. Il canone – ha spiegato Formiglio – era tanto più basso in funzione degli investimenti effettuati dal privato, così che questo potesse sostenere costi iniziali elevati a fronte di una spesa annuale molto bassa. I 4 milioni di euro utilizzati dall’azienda per portare a termine l’operazione, hanno permesso quindi di rifunzionalizzare il bene che, al termine della concessione, tornerà pubblico e già valorizzato. Il cittadino giova così di un elemento non più abbandonato e che non genera più insicurezza, portando anzi una serie di benefici alla collettività. La società privata ha creato valore sviluppando delle infrastrutture, come degli interventi sulla rete stradale, che hanno portato servizi al territorio oltre ad aver generato nuovi posti di lavoro”.

L’approccio del Demanio racconta un nuovo modo di relazionarsi con gli immobili pubblici in disuso, non più orientato alla loro musealizzazione o finanziarizzazione. “La tutela del patrimonio è importante, ma anche la sua rigenerazione, a beneficio della comunità. Non tutto è calcolabile dal punto di vista contabile – ha evidenziato Formiglio – gli effetti della riqualificazione di un bene, come può essere una scuola, hanno ricadute sociali. Non ha meno impatto anche la percezione nel vedere il patrimonio ri-utilizzato e non lasciato al suo destino”.

Fondamentale, quindi, che di questo processo faccia parte la comunità, a garanzia del fatto che le scelte non sembrino imposte o calate dall’alto. “Partecipazione non significa solo dare voce alla propria idea, ma co-generare: realizzare insieme il progetto a partire dalle esigenze. Nel caso di una scuola si partirà dai docenti, dagli studenti, da chi ci lavora. Credo che non si possa fare a meno di questo elemento, come dello strumento della consultazione pubblica. Questa – secondo Formiglio -, risulta necessaria per chiedere a tutti i cittadini non solo cosa ci farebbero con l’immobile, ma anche cosa ci hanno fatto prima, come lo percepiscono. La domanda più importante però, credo che sia su come vorrebbero farlo avere e usare dai propri figli”.

La percezione degli abitanti di un territorio e la loro visione del suo futuro, restano centrali per qualsiasi operazione di PPP che coinvolga elementi del patrimonio immobiliare statale. “Il modo migliore per valorizzare un bene inutilizzato è quello di adattarlo alle esigenze dei cittadini. Nei casi dei piccoli comuni delle aree interne, dove una struttura ricettiva potrebbe non avere un grande appeal, bisogna pensare ad un’idea che sposi l’innovazione e le nuove tecnologie. Un esempio? In un paese vicino Roma – ha raccontato Formiglio -, un’Amministrazione ha dovuto fare i conti con un grande problema rappresentato dalla fuga dei giovani e dei lavoratori verso la capitale. Inserendo il destino di un immobile di proprietà pubblica all’interno di una politica mirata a evitare lo spopolamento del territorio, si è deciso di dar vita ad un edificio dedicato allo smart working e al telelavoro. Credo che sia questo il compito dello Stato, ovvero creare le condizioni per lo sviluppo e andare incontro alle necessità delle comunità”.

Le valutazioni dell’impatto di un’operazione che va a coinvolgere beni di proprietà pubblica, certamente non può prescindere da considerazioni di tipo economico, ma questo non deve rappresentare l’unico metro di valutazione di tutto il processo. “Se abitassi a Valeggio sul Mincio, l’unica preoccupazione che avrei sarebbe quella che la scuola si facesse subito, anche a discapito di un possibile risparmio sul debito generale del Comune o sul bilancio. Temi questi, che starà all’Amministrazione gestire in maniera adeguata” ha sottolineato Formiglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articoli Correlati
  • Con la Milano Design Week volano i prezzi degli affitti brevi

  • Diversificazione, industrializzazione dei processi e organizzazione. Chi è Dba Group

  • A Milano una high line come a New York, il futuro secondo FS Sistemi Urbani

  • Castel Sant’Angelo avrà il sottopasso: lavori del Giubileo al via ad agosto