23-05-2016 Paola Pierotti 2 minuti

Reporting From the Front. Spagna, Finlandia e USA portano in mostra i progetti nati da consultazioni

I Paesi declinano il tema di Aravena: incompiute, le forme dell’abitare, soluzioni per i rifugiati, disastri causati dagli eventi estrattivi

Dalle incompiute raccontate al padiglione spagnolo al delicato tema dei rifugiati affrontato da Germania, Austria e Finlandia. Dai disastri ecologici, economici e urbanistici causati dagli interventi estrattivi in Canada, all’evoluzione della domanda abitativa sviluppata sia dal Regno Unito che dagli Emirati Arabi. C’è grande attesa per la 15 Mostra Internazionale di Architettura curata da Alejandro Aravena e dedicata all’architettura ordinaria, a quelle soluzioni che, anche con poche risorse o in situazioni difficili, sono riuscite a migliorare la qualità della vita delle persone. 

Dal 25 al 27 maggio la Biennale 2016 aprirà le porte per la vernice, con inaugurazioni e presentazioni riservate alla stampa e ai protagonisti, dal 28 maggio porte aperte per sei mesi, per tutti.

I singoli Paesi hanno lavorato declinando il tema sviluppato dal curatore cileno, Reporting From the Front. L’Italia si è concentrata sul tema del Bene Comune, la Francia mostrerà progetti di architettura ordinaria, pensati in stretta relazione con le persone e ancora, la Spagna ha affrontato la difficile sfida di affrontare i problemi più elementari, evitando quindi architettura spettacolare e grandi opere pubbliche.

Sono tanti i Paesi che hanno colto la sfida della Biennale per promuovere concorsi e mettere a valore i contributi di molti.

Ha scelto questa strada la Finlandia che ha organizzato un concorso di idee per trovare una soluzione per i rifugiati e dal 1 maggio ha messo in rete i risultati in un sito web dedicato. Tra i finalisti ci sono anche degli italiani, Cecilia Danieli, Omri Revesz e Mariana Riobom che hanno proposto di riusare abitazioni dismesse per riqualificare aree degradate, anche attraverso l’uso di App e creare una piattaforma di connessione tra domanda e offerta.

I curatori del padiglione spagnolo hanno chiesto agli architetti locali di selezionare strutture non finite, in tutte le declinazioni possibili: senza facciate, senza autonomia, senza materiali, senza autorizzazioni, senza regole, per fare alcuni esempi.

Competizioni anche per realizzare i contenuti del padiglione degli Stati Uniti. Cynthia Davidson, direttore della rivista LOG e co-curatrice con Monica Ponce de Leon, ha scelto di raccontare come Detroit possa vincere la crisi legata al settore industriale con il potere dell’immaginazione, attraverso un concorso per progettisti – The Architectural Imagination – e uno per fotografi.

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Paola Pierotti
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