18-10-2015 Paola Pierotti 2 minuti

Trent’anni dopo, completato a Gibellina il Grande Cretto di Burri

Land Art in Sicilia. I lavori interrotti nel 1989 coprirono circa 66mila mq a fronte dei 86mila mq previsti

"Davanti al Grande Cretto di Gibellina si comprende che la forma è una cosa vera, che lo spazio è un pensiero diversamente replicabile e aperto e che l’arte ha il potere di dare senso alle cose, con il più eloquente dei silenzi"

Bruno Corà

A trent’anni dall’avvio della sua realizzazione (1985), il Grande Cretto di Gibellina è stato completato. L’opera più famosa di Alberto Burri ha trovato il suo completamento ed è stata ufficialmente inaugurata.

In occasione del Centenario della nascita di Burri, la Regione Sicilia, il Comune di Gibellina e la Fondazione Palaz­zo Albizzini Collezione Burri hanno deciso di completare la grande opera e nello scorso mese di maggio si è concluso il cantiere che ha portato a compimento il “Grande Cretto”, così come concepito e definito dall'artista.

"Il Grande Cretto di Gibellina ha un corpo percorribile, esso contiene tutto l’antico abitato di quel povero paese della Valle del Belice estintosi in una notte invernale del 1968. Scendendo nelle sue fessure, perdendosi nei suoi dedali che un tempo furono le strade stesse del paese, si alimenta ogni volta il pensiero sulla condizione di quanti abitavano in quella terra. Il Grande Cretto evoca tanto la catastrofe avvenuta quanto l’inestinguibilità della memoria che, pur velando ogni cosa, la evidenzia. Davanti al Grande Cretto di Gibellina si comprende che la forma è una cosa vera, che lo spazio è un pensiero diversamente replicabile e aperto e che l’arte ha il potere di dare senso alle cose, con il più eloquente dei silenzi". Sono queste le parole di Bruno Corà raccolte nel recente catalogo della mostra “Burri I Cretti” allestita al Museo Riso di Palermo.

La storia. Gibellina (Valle del Belìce, in Sicilia) fu distrutta dal sisma del 1968 e numerosi artisti di chiara fama, in risposta all’appello di Ludovico Corrao – allora Sindaco di quella città – aderirono con slancio e generosità per la fondazione della nuova Gibellina in altro luogo, con progetti di piazze, architetture e opere mo­numentali. Anche Burri, invitato nel 1981, decise di intervenire, scegliendo però di operare sui ruderi stessi della vecchia Gibel­lina. I resti della città vennero inglobati nel cemento riprendendo il vecchio assetto urbanistico. Il labirinto bianco coprì come un sudario le rovine del sisma, ricordando con le fenditure del Cretto l’evento distruttivo e offrendo alla comunità la dimensione simbolica di un nuovo inizio.

I lavori, avviati nel 1985 e interrotti nel 1989, coprirono circa 66mila mq a fronte dei 86mila mq previsti.

Cosa manca. La seconda fase dei lavori prevede l’opera di restauro completo del Cretto, già finanziata e in attesa di imminente avvio. E’ intenzione delle Istituzioni anche realizzare una sede-presidio dell’importante opera-monumento, pensato come info-point e luogo di sosta.

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Paola Pierotti
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