Agenzia Demanio, quando sceglie (e quando no) il concorso

14-09-2022 Paola Pierotti 4 minuti

Sulla cittadella di Perugia, l’alert dell’Ordine locale e la replica dell’ente appaltante

Ben venga la riqualificazione dell'ex carcere femminile di Perugia, ma un progetto di rigenerazione urbana molto importante per la città merita quantomeno una riflessione sulla qualità dell'intervento di cui il presupposto principale parte dalla qualità della progettazione» a sostenerlo è Marco Petrini Elce, presidente dell'Ordine provinciale degli architetti che ha commentato il bando indetto dall’Agenzia del Demanio per la nuova cittadella della giustizia umbra. «Nonostante la qualità della rigenerazione urbana costituisca uno dei temi più rilevanti delle discussioni legate allo sviluppo delle città e presupposto principale dei finanziamenti del Pnrr, a questo – prosegue – non sempre corrisponde una tangibile sensibilità da parte delle amministrazioni appaltanti delle opere pubbliche». Il presidente dell’Ordine degli architetti di Perugia parla di «strade apparentemente più semplificate per gli affidamenti degli incarichi» richiamando l’attenzione sul bando indetto prima dell’estate, per il quale la stessa Agenzia del Demanio aveva spiegato che «per questo intervento sono state utilizzate le procedure speciali acceleratorie previste dalla norma per l’edilizia giudiziaria emanata nel 2021, pertanto il bando pubblicato ha come oggetto la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economico secondo le modalità e le indicazioni del DL n. 77/2021 relativo ad appalti di opere del Pnrr, cosiddetto progetto di fattibilità tecnico-economica rafforzato». Si tratta del primo bando di questo tipo pubblicato dall’Agenzia del Demanio.

La scorsa primavera il Demanio ha annunciato una campagna per una quindicina di cittadelle giudiziarie. Vercelli, Alessandria, Monza, Bergamo, Rovigo e Bologna e poi scendendo Perugia, Benevento, Napoli, Sassari e in Puglia Foggia, Trani, Bari, Taranto e Lecce. Queste le 15 tappe della mappa dei nuovi pachi della giustizia italiani, oggetto di altrettante convenzioni stipulate tra l’Agenzia del Demanio e il Ministero della Giustizia per la realizzazione di interventi di edilizia giudiziaria: lo scopo è recuperare grandi complessi dismessi in stato di degrado, o edifici già in uso all’amministrazione giudiziaria, che necessitano di interventi di adeguamento o miglioramento sismico e tecnologico. Progetti che avranno un ruolo determinante in termini di rigenerazione per la “ricucitura” dei tessuti urbani interessati, con relativa riqualificazione ambientale e sociale. Per alcuni di questi siti come quelli di Bari e Trani si è scelta la strada del concorso, per Perugia no.

L’Agenzia del Demanio spiega a thebrief le ragioni della sua scelta per la città umbra: due gli immobili, per uno si è optato per una procedura agevolata, per l’altro la progettazione in house con la Struttura di progettazione. «In ragione della diversa complessità degli interventi edilizi per il carcere femminile e per quello maschile il Demanio – spiegano – ha optato per una strategia in due fasi, per accelerare al massimo l’avvio dell’iniziativa nel rispetto però delle diverse tipologie edilizie dei complessi e destinazioni d’uso previste. Nella prima fase: bando per un servizio di ingegneria e architettura per la ristrutturazione del solo femminile; nella seconda fase: progettazione interna a cura della struttura di progettazione per il recupero del carcere maschile».


L'Agenzia del Demanio ed il Ministero della Giustizia hanno siglato 15 convenzioni per la realizzazione di altrettanti interventi di edilizia giudiziaria.


Per questa seconda, la scelta di ricorrere alle professionalità interne dotate di idonee competenze, «è stata compiuta – precisano dal Demanio – nel rispetto della norma che prevede proprio tale modalità per i lavori di particolare rilevanza sotto il profilo architettonico, ambientale e storico-artistico e solo in alternativa il ricorso al concorso di progettazione e di idee».

Inoltre, l’Agenzia, attraverso la Struttura per la progettazione che, a seguito del nuovo assetto organizzativo e delle numerose risorse acquisite, «dispone oggi – raccontano dallo stesso Demanio a thebrief – di un organico tecnico e di professionalità interne tali da potere procedere alla redazione di un Progetto di Fattibilità Tecnico Economico di qualità. E con questo approccio potrà realizzare un immediato avvio della progettazione e un maggior controllo della progettazione work in progress assolutamente necessario per il caso di specie, per il rapporto che deve essere instaurato con la Soprintendenza (che ha già posto numerose limitazioni). Questo controllo con il concorso – commentano e spiegano – sarebbe venuto meno in quanto la soluzione progettuale sarebbe scaturita dal concorso, con il rischio però di premiare soluzioni assolutamente meritevoli che però poi avrebbero potuto incontrare l’ostilità della Soprintendenza con la conseguente necessità di operare modifiche fino forse a snaturarle». Così il Demanio dettaglia il suo coinvolgimento diretto nella partita di Perugia. Un unicum per le cittadelle giudiziarie o un modello che sarà replicato per le prossime iniziative?

Foto di copertina © Agenzia del Demanio

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Paola Pierotti
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