13-12-2021 Redazione 2 minuti

Gesti semplici e qualità spaziale, così Demogo disegna gli uffici giudiziari di Trani

Al via la progettazione del Palazzo Carcano. Importo lavori da 8,9 milioni di euro

Pochi e misurati gesti finalizzati a ricomporre l’unitarietà di Palazzo Carcano come elemento ben definito nel paesaggio urbano della città.
Demogo

Poco meno di un anno dall’aggiudicazione del nuovo polo civico del Flaminio a Roma e i trevigiani dello studio Demogo incassano un altro primo posto al concorso di progettazione per la riqualificazione e l’ampliamento di Palazzo Carcano, nuova sede degli uffici giudiziari di Trani.

Demogo, insieme a Sinergo per l’engineering, è sul primo gradino del podio per l’operazione bandita da Agenzia del Demanio, Ministero della Giustizia e Comune di Trani. Importo lavori da 8,9 milioni di euro per la valorizzazione di 5mila mq di superficie esistente e l’ampliamento di altri 1.000 mq. 

«Il progetto per il recupero e l’ampliamento di Palazzo Carcano offre l’opportunità di stabilire un confronto tra elementi urbani giustapposti. I caratteri e il registro spaziale della città di Trani si dispiegano in un sistema di singoli oggetti urbani: Castello Svevo, Piazza Re Manfredi, la Cattedrale, sono architetture in grado di definire un paesaggio visivo significante, un contesto rispetto al quale Palazzo Carcano deve trovare la propria intonazione». Alla luce delle considerazioni preliminari, i progettisti scelti dalla commissione hanno optato per «pochi e misurati gesti finalizzati a ricomporre l’unitarietà di Palazzo Carcano come elemento ben definito nel paesaggio urbano della città. Il tema dell’innesto – spiegano – viene indagato in profondità, costruendo linee di tensione tra i vuoti intrappolati tra le masse, veri e propri snodi densi di significati e di accadimenti spaziali». 

Due i registri di progetto: l’estensione e la riqualificazione, che si fondono per comporre un unico sistema capace di nutrirsi delle stratificazioni depositate nella successione degli eventi cronologici. «La scelta è stata di evidenziare elegantemente la transizione tra la parte preesistente e l’addizione, introducendo una reinterpretazione critica degli interni che riconfigura spazialmente le stanze senza modificare le componenti strutturali».

Quale linguaggio? La morfologia della città e il suo carattere fatto di spazialità stratificate lentamente hanno portato gli architetti a ricondurre l’atto compositivo secondo azioni primarie, gesti semplici, densi di qualità spaziale. «I vuoti sono ritagliati nel progetto con arretramenti e scavi misurati, come riconnessioni di percorsi e di scorci visivi».

Lo spazio archeologico è stato progettato come un ambito dinamico attraversato da un dispositivo che si snoda tra i resti fino poi a descrivere un percorso ascensionale unico, un elemento plastico che con la sua leggerezza connette il belvedere all’ultimo piano con gli spazi museali del piano terra. Il soffitto del museo, con la sua forma svasata a chiglia di nave, agisce da caleidoscopio urbano: grazie al carattere riflettente del metallo che rivestirà il soffitto sarà possibile ottenere un riverbero mutevole dei resti archeologici. 

In copertina: Palazzo Carcano a Trani, progetto di Demogo (insieme a Sinergo per l’engineering), ©Imperfct* studio

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