31-08-2023 Francesca Fradelloni 4 minuti

Dalla Sardegna gli ingredienti per disegnare le scuole del futuro

Il lessico progettuale dello studio Cuccuru Pisano Architettura al servizio della cultura e dell’educazione

Il ruolo dell’architettura nella formazione degli individui e della comunità è un elemento da non sottovalutare e che consente di sfruttare al meglio le potenzialità della disciplina.  

Per questo chi fa progettazione per l’education ha una sensibilità verso i temi della conoscenza, del benessere e della collettività. Lo studio Cuccuru Pisano Architettura ha fatto dell’edilizia scolastica la sua cifra progettuale.


Ultimo dei numerosi successi nella progettazione di istituti è la vittoria del concorso per la scuola di via Torino di Aosta, per un importo lavori da 26 milioni di euro.  


Viene apprezzata la strategia classica di schema di palazzo urbano, qui presente con una materialità nuova e un linguaggio contemporaneo che tiene conto dei materiali locali. Il basamento è costituito da uno zoccolo “pubblico” con visibilità verso l’auditorium e la palestra. L’organizzazione interna dell’edificio riflette un progetto pedagogico compiuto, organizzato intorno a un atrio centrale che si stende a tutta altezza e che consente una permeabilità sia orizzontale sia verticale. Lo studio è stato fondato a Sassari nel 2017 da Walter Cuccuru (1988) e Mariagiorgia Pisano (1988), dopo un’esperienza lavorativa in Spagna. «Siamo 4 professionisti per ora, ma quest’ultimo impegno per la scuola di Aosta ci obbligherà molto presto a diventare più grandi», spiega Cuccuru. «Negli ultimi anni ci siamo concentrati sull’edilizia scolastica, partecipando a numerosi concorsi. Gestiamo i progetti con rigore non trascurando mai il contesto e la composizione.

I pedagogisti contemporanei ci hanno insegnato che lo spazio è il terzo educatore. – continua – Con l’architettura apriamo una riflessione su come i luoghi deputati alla formazione, con il loro senso e significato, siano in grado di superare le pure peculiarità geometriche e architettoniche. Oltre la tipologia, ci si propone come facilitatori del rapporto tra contenuto e contenitore, attraverso il design. Presupposto fondativo del nostro metodo è quello di considerare l’individuo come attore protagonista di un processo, ma soprattutto considerare lo spazio educativo, non come sistema statico, ma dinamico, studiando le relazioni tra edificio e offerta formativa, con uno sguardo verso il futuro», aggiunge.  

Contenuti consolidati dalla grande esperienza sul tema. «Negli ultimi cinque anni abbiamo fatto più di 20 concorsi di edifici scolasti e ne abbiamo vinti cinque. Con la pratica abbiamo rinvigorito alcuni contenuti e sappiamo quali ingredienti deve avere una scuola innovativa e contemporanea: flessibilità, funzionalità e rapporto con il territorio. – prosegue Cuccuru – Oggi le scuole devono offrire la possibilità agli utilizzatori finali (professori, personale, alunni, famiglie e cittadini) di svolgere attività differenti e spesso intercambiabili, ma anche creare una connessione tra l’istituto e il quartiere come fossero cerniere per rivitalizzare i centri urbani anche negli angoli più nascosti e periferici». Un piccolo studio, ma dalle grandi idee che lavora tanto con il pubblico, non esclusivamente, attraverso i concorsi. «Perché il concorso è un procedimento che garantisce il rispetto dei tempi, la trasparenza procedurale, l’elasticità di applicazione, il risparmio dei costi e la qualità del risultato, premiando la buona architettura, in armonia con il contesto paesaggistico e sociale», dice ancora l’architetto.

Tra le architetture più importanti, oltre la scuola di Aosta che verrà conclusa nel 2025, la scuola primaria Anna Frank di Pesaro che è una delle scuole del maxi-concorso Futura. Cuccuru e Pisano, insieme allo studio Lerua e alla società CooProgetti, ha partecipato a nove concorsi del bando, tra le opportunità del Pnrr, ed è passato al secondo grado in tutti e nove, vincendone due, a Pesaro e Cassano Allo Ionio in Calabria. «Per la scuola primaria Anna Frank ci si è posti l’obiettivo la sinergia tra le esigenze architettoniche, urbanistiche, funzionali, impiantistiche, tecnologiche, di efficienza energetica e sostenibilità, – argomenta Cuccuru – garantendo la riqualificazione e rifunzionalizzazione urbanistica e architettonica del lotto tramite la costruzione di un edificio scolastico fondato sui principi della didattica innovativa. La scuola non può più essere considerata un contenitore di studenti dove “fare lezione”, ma deve essere ripensata prima di tutto come un luogo da abitare. Per questo motivo il nuovo edificio scolastico è stato concepito come un community center, ossia un organismo polifunzionale utilizzabile durante tutto l’arco della giornata da differenti fasce di popolazione, e non esclusivamente negli orari scolastici da studenti e da docenti.

La molteplicità di ingressi, la trasparenza e l’organizzazione programmatica insieme alla possibilità di garantire nuovi spazi alla comunità, rafforzano l’idea di un edificio accogliente capace di delinearsi come un centro civico catalizzatore di attività sociali, didattiche e culturali. La mediateca è uno spazio ricco di angoli, nicchie, isole. L’atrio presenta ampie superfici vetrate che, oltre a garantire l’illuminazione ottimale degli ambienti, si configurano come elemento simbolico che afferma il senso di apertura dell’ambiente scolastico nei confronti sia degli studenti che dei cittadini. I vecchi corridoi si trasformano quindi in dispositivi polifunzionali capaci di garantire un utilizzo molteplice dello spazio, sintetizzando in piccola scala le caratteristiche proprie dell’edificio scolastico. La parete esterna delle aule ospita diversi elementi componibili come armadietti, guardaroba, scaffalature per organizzare una biblioteca diffusa o garantire agli studenti luoghi per la scuola senza zaino. Al primo piano sarà anche presente un’ampia terrazza per praticare la didattica all’aperto», conclude.  

Tra i progetti “non scolastici” premiati il disegno di “Ufficio 3B” ricavato da un ex magazzino all’interno di un palazzo del Settecento nel centro storico di Sassari. Un lavoro pubblicato in molte riviste e molto apprezzato dagli addetti ai lavori. Le dimensioni minime del locale son state il principale impulso per lo sviluppo della strategia progettuale. Al fine di non saturare lo spazio, tutte le funzioni di servizio sono state posizionate sui limiti murari del locale, lasciando libero il centro della stanza. Particolare la leggera struttura reticolare in ferro sospesa sopra il divano, a cui si accede tramite una scala a pioli e una botola, che ospita ulteriori postazioni di lavoro. 

In copertina: © Cuccuru Pisano Architettura

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Francesca Fradelloni
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