11-10-2023 Luigi Rucco 2 minuti

Da Londra a Putignano, il concorso come occasione per sporcarsi le mani

Lo studio marchigiano Sýn architecture reinterpreta la smart city come strumento di gestione del territorio

Formazione e università in Italia, esperienze lavorative all’estero e ritorno a casa, con nuove competenze e abilità. Questa la storia di tanti giovani architetti del nostro Paese. È anche il caso di Sýn architecture, studio fondato da Chiara Girolami e Valerio De Santis nel 2019 a Londra che, dopo aver lavorato tra Londra, Barcellona, Tokyo e Rotterdam (in grandi studi come quelli di Foster+Partners, Embt, Sou Fujimoto, Studio Moren, Mvrdv), sono tornati nel 2021 a Grottammare, nelle Marche.

Prima del ritorno in Italia, lo studio da Londra ha partecipato a numerosi concorsi, cimentandosi con una propria idea di cultura del progetto. Studio e applicazione, arrivando a vincere due concorsi rispettivamente per lo Sziget Festival Pavillion a Budapest e il Demanio Marittimo km 278” a Marzocca, in provincia di Ancona.

«Tornare in Italia rappresenta una sfida che ci porta a sentire la responsabilità del percorso professionale e personale, trasmettendo la passione che abbiamo verso il nostro territorio», commenta Girolami.


Sýn architecture è uno studio interdisciplinare, capace di spaziare tra molteplici ambiti e di lavorare su diverse scale: dai progetti urbani al product design, grazie anche a collaborazioni con altri professionisti a seconda del know how che il progetto richiede.


Un approccio che combinando bellezza, qualità e sostenibilità, vuol mettere al centro le persone, grazie a idee ambiziose e una forte attenzione al dettaglio. Grazie a queste caratteristiche, lo studio si è aggiudicato il concorso a due gradi e lo studio di fattibilità del progetto ‘Putignano Smart City’, in provincia di Bari. Un masterplan che, partendo dal concetto di città come filo che riesce a cucire persone e amministrazione, affronta cinque tematiche: tecnologia, ambiente, sicurezza, mobilità e inclusione sociale.

Un sistema flessibile in cui il protagonista è il cittadino, per questo il masterplan non è stato sviluppato unicamente a livello tecnologico e urbanistico, ma soprattutto architettonico e sociale. Il costo stimato per la realizzazione dell’opera è di 5 milioni di euro.

«La città di Putignano cercava un progetto molto ampio, e veniva chiesto al progettista di entrare nel territorio con sapienza e studio. Questo ci ha portato a sviluppare una soluzione capace di dare risposte alle problematiche della città, attraverso una partecipazione attiva dei cittadini che diventano i veri protagonisti. Una smart city deve dare soluzioni a livello ambientale ed ecologico, ma offrire anche uno strumento di gestione del territorio a supporto delle amministrazioni. Per la tematica ambientale, ad esempio, abbiamo progettato un’illuminazione pubblica che si regoli a secondo dei livelli di luminosità durante la giornata e al passaggio delle persone. Da sottolineare anche la presenza di rilevatori del tasso di inquinamento e la proposta di incentivare comunità energetiche.
Noi al momento stiamo facendo lo studio di fattibilità tecnica ed economica del progetto, che sarà poi propedeutico per i prossimi passi: grazie al confronto continuo con l’amministrazione saranno definite le attività, allineando la soluzione al budget», dice De Santis.

Architetti-coordinatori del processo e del flusso di informazioni.
«Crediamo nell’architetto come figura in grado di gestire il processo, fino al cantiere, di sporcarsi le mani. Siamo tornati in Italia per vedere l’architettura in maniera artigianale, e in questo caso, il bello di fare un masterplan a livello urbano è quello di plasmare il futuro della società vicino a te», chiosa Girolami.

In copertina: Chiara Girolami e Valerio De Santis, Syn architecture founders

 


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Luigi Rucco
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