28-02-2023 Paola Pierotti 4 minuti

In via Boncompagni a Roma sta salendo la prima opera italiana firmata Mad Architects

La prima opera italiana (e romana) firmata Mad Architects sarà l’intervento mixed use promosso da Savills Investment Management sgr in via Boncompagni. Si tratta di un’evoluzione (con un nuovo cliente) di un’iniziativa che lo studio guidato in Italia da Andrea D’Antrassi ha iniziato già nel 2011. Oltre dieci anni, ma i cantieri sono decollati. Parliamo di un intervento di rigenerazione di 30mila mq che incorpora spazi di lavoro premium, residenze abitative e negozi, che convertiranno un intero isolato nel cuore del Rione Ludovisi, non lontano da via Veneto.

Il completamento è previsto entro il 2026 e Savills Investment Management sgr spa, per conto di Urban Regeneration Fund, sta gestendo il progetto, con il supporto di NS Costruzioni, in qualità di development advisor.

«Il progetto di ristrutturazione – raccontano dallo studio romano – aumenterà il grado di efficienza energetica dell’edificio, riducendo il consumo di CO2, mentre l’approccio conservativo del progetto per mantenere ampie parti della struttura in cemento esistente ridurrà significativamente l’impatto ambientale nella fase di costruzione. Il fotovoltaico integrato sul tetto dell’edificio produrrà elettricità a emissioni zero da utilizzare durante lo sviluppo».

Il progetto in numeri?

La superficie utile lorda totale (esclusa l’ex chiesa) è di circa 21.500 mq. Il volume totale supera di poco i 70mila mc. L’edificio si compone di una quota residenziale (su 8 piani per gli appartamenti con 5 piani interrati che ospiteranno parcheggi e cantine) e una per uffici. Quella direzionale si articola in un volume di 6 piani fuori terra, a cui si aggiunge il terrazzo di copertura; con 5 piani interrati con parcheggi e depositi; l’edificio ad uffici denominato “ex residence” si articola su 7 piani e sempre i 5 interrati; anche l’edificio “ex chiesa” ospiterà servizi dedicati agli uffici.

Quale il mix funzionale?

L’edificio era nato con una prevalente destinazione residenziale e in piccola parte uffici e commerciale, con il cambio degli investitori si è deciso di invertire il mix funzionale e di realizzare il 70% di uffici, il 20% di residenze e il 10% di commerciale.

A che punto è il cantiere?

Si sta completando la demolizione dell’edificio degli anni ’70, di cui viene preservata la struttura originale in cemento armato, composta da pilastri ad H con un solaio cassettonato alla quota del terzo piano, oltre agli edifici ex residence ed ex chiesa.

Quando è iniziato e quale l’iter?

Le demolizioni sono iniziate a febbraio del 2022 e si stanno concludendo in questi giorni, nei prossimi mesi ci sarà la gara per individuare l’impresa costruttrice, a seguire inizierà il cantiere che dovrebbe chiudersi entro il 2024.

Intervenire sul costruito a Roma. Quali le difficoltà riscontrate?

Din da subito c’è stato un confronto intenso con la Soprintendenza per arrivare a delle soluzioni condivise che da un lato dialoghino con il contesto storico e dall’altro mantengano il carattere unico dell’intervento.

MAD a Roma, perché uno studio internazionale cinese ha scelto questa città?

MAD Architects è uno studio internazionale che ha scelto Roma come sua base europea. Le ragioni sono dettate dal fatto che Roma è baricentrica sia a livello europeo che italiano, ma anche per la presenza di importanti facoltà di architettura italiane.

Andrea D’Antrassi, in quali ambiti vedi più interessanti ad oggi le opportunità a Roma? Hotellerie? Residenza? Altro?

Dopo la pandemia sicuramente l’assetto delle città è cambiato, gli investitori sono meno propensi a investire nel settore degli uffici, riscontriamo più potenziale nell’hotellerie e nel residenziale mentre, in vista di una possibile assegnazione alla città del prossimo Expo, anche gradi progetti di masterplan avranno grandi spazi.

MAD a Roma è una leva per attrarre finanza e partner internazionale?

MAD Architects, data la sua levatura internazionale e la profonda conoscenza dell’ambiente romano, potrebbe rappresentare il tramite per diversi developer internazionali. Speriamo quindi di consolidare la nostra esperienza, così da favorire l’interesse e quindi coinvolgimento di investitori esteri.

Il contemporaneo a Roma è un’opportunità? 

Lo è, rimane necessario che tutti gli attori coinvolti siano consapevoli di cosa significhi “contemporaneo”, ossia sviluppo della città, che dia spazio al nuovo, ma che sia anche in grado di dare importanza alla rigenerazione urbana.

Architettura e città. Può un edificio come quello di via Boncompagni ridare valore l’intorno?

Costruire o rigenerare senza pensare allo sviluppo che potrebbe interessare l’area interessata, senza che questa ne venga snaturata, svuota quello che dovrebbe essere il progetto stesso. Auspichiamo che il progetto di Boncompagni aiuti a valorizzare e creare nuove opportunità in un quadrante strategico della città.

In copertina: il cantiere in via Boncompagni a Roma, progetto di Mad Architects

 

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Paola Pierotti
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