12-05-2025 Chiara Brivio 3 minuti

L’Agenda urbana europea continua il suo cammino: aperta una consultazione pubblica

La call disponibile fino al 26 maggio sul tema e le soluzioni proposte dall’Europa

È aperta fino al 26 maggio la consultazione pubblica della Commissione europea sull’Agenda Ue delle città. Un passo in avanti per la costruzione di un’agenda politica delle città, che ha un duplice obiettivo: organizzare e razionalizzare l’attuale sostegno dell’Europa, dove è più necessario in ambito urbano, e rafforzare l’ambizione dell’Ue riguardo alle città e al loro sviluppo sostenibile, facendo sì che determinati interessi ed esigenze si riflettano nelle future iniziative a livello comunitario, oltre che uniformare e coordinare i progetti locali per evitare conflitti legislativi o di governance. Se da una parte, con questa iniziativa specifica, la Commissione vuole informare stakeholder e cittadini del suo operato, dall’altra i destinatari della call sono a esprimersi sul ‘come’ la Commissione stessa stia affrontando il tema e le soluzioni messe in campo.

Nel documento pubblicato in occasione della consultazione, si legge come i «probabili impatti» potranno essere la razionalizzazione e un maggiore coordinamento dei sostegni e un quadro legislativo dell’Ue più efficiente ed efficace per le città e le aree urbane. Un rafforzamento dell’impegno, dell’azione e del ricorso al sostegno dell’Unione da parte delle città di tutte le dimensioni, comprese quelle piccole e di medie dimensioni, in tutta Europa. L’iniziativa potrebbe inoltre fornire orientamenti per azioni e partenariati a sostegno delle città dei Paesi terzi. Riguardo al cronoprogramma, è previsto un dialogo con le parti interessate nell’ambito del 6° Forum delle città, che si terrà a giugno a Cracovia. L’adozione da parte della Commissione dovrebbe avvenire entro la fine del 2025.

Se si pensa infatti che, sulla base di dati Eurostat, il 75% dei cittadini dell’Unione europea vive in città o in altre aree urbane – percentuale che si prevede salirà all’84% entro il 2050 –, e che l’Europa conta quasi 700 centri urbani con più di 50mila abitanti e quasi 8mila città più piccole, questa attenzione al ruolo futuro delle città non sorprende. I centri urbani europei sono inoltre fondamentali per l’attuazione delle politiche Ue in diversi ambiti, dall’abitare al contrasto al cambiamento climatico, dalla digitalizzazione alla mobilità, fino all’inclusione. E sebbene le politiche urbane siano di competenza degli Stati membri a vari livelli di governo (nazionale, regionale, metropolitano e locale), e malgrado non esista una base giuridica che consenta all’Unione di agire specificamente in questa materia – scrive ancora la Commissione nel documento – l’impatto delle politiche Ue è tangibile nei settori dell’energia, del clima, della mobilità, dell’ambiente e dell’uso del suolo, oltre che sulle politiche inclusive e accessibili per i gruppi vulnerabili. La sua attuazione inoltre passa proprio attraverso gli enti locali. Non è un caso che lo scorso dicembre, dieci sindaci delle maggiori città europee abbiano scritto direttamente a Von der Leyen per chiedere un ruolo maggiore nella definizione di politiche per la casa e nella gestione dei fondi comunitari.

L’Agenda urbana europea riunisce la Commissione, i ministeri nazionali, le amministrazioni locali e le altre parti interessate per promuovere una migliore legislazione, un accesso più agevole ai finanziamenti e una più ampia condivisione delle conoscenze sulle questioni pertinenti per le città. Tanti i temi prioritari che la compongono, sanciti nel Patto di Amsterdam ratificato dai paesi membri nel 2016, tra i quali la qualità dell’aria, l’economia circolare, la transizione energetica, l’edilizia, fino alle soluzioni basate sulla natura e contrasto alla povertà urbana.

In Italia è stata recentemente presentata una proposta da Anci per l’attivazione di un   Programma nazionale per le città all’interno di un’Agenda nazionale dei Comuni, tesa a rafforzare il ruolo delle amministrazioni locali nelle politiche di investimento e ampliare la quota di risorse destinata ai loro progetti.

In copertina: Cracovia ©AdobeStock

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Chiara Brivio
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