Roma nel futuro? Un libro bianco da scrivere e una call aperta fino a giugno
La Fondazione Roma REgeneration ha presentato i dettagli del bando
Intelligenza collettiva, competenze interdisciplinari e nuovi immaginari per il futuro di Roma Capitale. Con la “Call for Ideas – A Vision for Rome” la Capitale dà avvio a un processo di ascolto e coinvolgimento, puntando su innovazione e partecipazione come leve strategiche per la trasformazione della città. Il concorso di idee promosso dalla Fondazione Roma Regeneration restituirà studi, visioni e ricerche di orientamento culturale e progettuale, interpretando le sfide urbane contemporanee e contribuendo ad un’evoluzione sostenibile, inclusiva e condivisa della città.
Nel corso dell’evento di lancio, Gianluca Lucignano, presidente della Fondazione Roma REgeneration, ha dichiarato: «L’obiettivo della call for ideas, patrocinata dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, è quello di raccogliere idee in risposta alle esigenze di una comunità sempre più attenta ai temi dell’inclusività, sostenibilità, mobilità e dunque vivibilità».
L’iniziativa nasce proprio con l’intento di rispondere a queste necessità, raccogliendo proposte innovative per costruire e diffondere una nuova visione integrata della città. Una visione che tenga conto dei saperi, delle competenze e delle professionalità che oggi svolgono un ruolo centrale nella costruzione di un ambiente urbano più equo e armonioso. «Servono visione, obiettivi chiari e una regia pubblica forte, capace di guidare il cambiamento oltre la gestione dell’ordinario». E Roma Capitale e Regione Lazio, rappresentati rispettivamente da Maurizio Veloccia e Roberta Angelilli hanno confermato la loro adesione al progetto, mettendo in evidenza la sinergia inter-istituzionale e l’ambizione di essere attori del cambiamento, con l’innovazione delle procedure, ridano valore alla centralità del progetto, spendendo al meglio le risorse disponibili, anche con la sinergia con i privati. Puntando ad una Roma che torni competitiva a scala internazionale, “Roma nel mondo” (e questo sarà anche il titolo di una nuova mostra in agenda al Museo Maxxi di Roma da novembre).
Lorenza Baroncelli, direttrice Architettura della Fondazione Maxxi, ha evidenziato nel corso del dibattito che «spesso la Capitale non compare nelle classifiche globali delle città, né in positivo né in negativo. È quasi scomparsa dal dibattito internazionale, pur restando al centro dell’immaginario collettivo». Per la direttrice e Margherita Guccione, direttore scientifico del Grande Maxxi, è fondamentale rilanciare Roma confrontandola con le altre grandi capitali del mondo, costruendo un’immagine contemporanea capace di esprimere con chiarezza il valore della città. L’obiettivo è tornare nei ranking internazionali attraverso indicatori concreti e misurabili.
Come? Senza partire con la progettualità, ogni volta da zero (e il Maxxi nel corso della presentazione del concorso rappresentava un’istituzione culturale nei cui Archivi si trovano anche i materiali di grandi mostre come “Roma Interrotta” del 1978 e “Roma 2025” del 2015) e soprattutto scardinando i confini delle discipline.
Non partire da zero significa anche capitalizzare tutti i contributi raccolti e sistematizzati nel tempo, come base di studio. Eloisa Susanna, senior architect del progetto Laboratorio Roma050, promosso da Roma Capitale e diretto da Stefano Boeri ha anticipato che gli esiti della ricerca saranno presentati a giugno in Campidoglio, ma sono previste anche due presentazioni nell’ambito della Biennale di Venezia e della Triennale di Milano. Tra i temi citati da Susanna quello del rapporto con il sistema delle acque e dell’archeologia. Più in generale «il progetto punta a una visione metropolitana della città, capace di riconoscere il valore delle periferie, delle risorse ambientali e del territorio agrario del Tevere», ha spiegato. «Un processo aperto, che intende affrontare le sfide globali – dalla transizione ecologica all’uso dell’intelligenza artificiale – partendo dall’unicità di Roma e dalla forza trasformativa dei suoi luoghi».
Il concorso, dall’idea al lancio.
Stefano Deleo, segretario generale della Fondazione Roma REgeneration ha raccontato come l’idea sia nata prima ancora della costituzione della Fondazione: «Quando i Fondatori si riunirono all’inizio del 2022, Roma stava attraversando un momento di grande difficoltà. La città stava soffrendo, non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale, rispetto ad altre metropoli europee», ha ricordato. «Ci siamo chiesti: cosa possiamo fare per aiutare questa città?». La risposta è arrivata partendo dai valori: «Abbiamo iniziato con una riflessione sui valori che devono essere al centro di ogni nostra azione. Siamo partiti dalla volontà di mettere al centro il cittadino e la famiglia, i bisogni della comunità e la vivibilità della città, senza escludere nessuna classe sociale. Volevamo un progetto che rispondesse alle necessità di una città accessibile, un percorso che ponesse al centro una città “affordable” per tutti».
Deleo ha evidenziato anche l’importanza di un impegno concreto sul fronte della sostenibilità: «Volevamo una città sostenibile, socialmente, economicamente e anche dal punto di vista ambientale. La Fondazione crede fermamente che l’unico modo per lasciare alle generazioni future una città migliore sia impegnarsi in pratiche ecologiche che vadano nella direzione della sostenibilità». E tra le partnership quelle con FS Sistemi Urbani e Acea con attenzione all’anello ferroviario e agli scali, e al Tevere.
L’approccio multidisciplinare è stato ribadito da Emanuele Caniggia, ceo di DeA Capital Real Estate sgr: «Abbiamo 10 miliardi di investimenti su Roma. Il nostro è un mercato lento. Ci siamo chiesti: tutto questo può essere gestito da una sola professione? La risposta è no. La città è un sistema complesso, fatto di tante discipline. Per progettare il futuro di Roma, dobbiamo lavorare insieme, integrare diverse competenze, non solo quelle urbanistiche, ma anche quelle sociologiche, culturali, ambientali».
Un concetto che è stato condiviso anche da Dario Valentino, ceo di Investire sgr che ha sottolineato l’apertura e la fiducia nella riposta nel processo: «Non sappiamo con certezza cosa ci aspettiamo», ha affermato. «Lo sforzo che abbiamo fatto è quello di avviare un processo che somiglia all’apertura di un libro ancora da scrivere, una pagina bianca. Vogliamo essere sorpresi, non cerchiamo un risultato preconfezionato. L’obiettivo è mettere a disposizione strumenti utili per ragionare insieme sulla città».
Nel dialogo a più voci tra Caniggia, Valentino e Giovanni Maria Benucci ceo di Fabrica sgr , le aspettative sono chiare: andare oltre le aree e gli edifici, guardare Roma nel suo insieme, leggere i dati e poi immaginare con occhi diversi un futuro che può servire ad orientare le scelte strategiche di chi deve investire, oltre a contribuire a ridisegnare un nuovo programma culturale. Per un riposizionamento della Capitale, attraverso una progettualità olistica e ambiziosa, nell’immaginario dei romani e dei cittadini del mondo.
In copertina: © Adobe Stock


Architettura ArchitetturaChiECome Arte Città Concorsi Culto Cultura Design Energia Festival Formazione Futuro Hospitality Housing Industria Ingegneria Italiani all'estero Legge architettura Libri Masterplanning Milano Mipim Norme e regole Premi Progettazione Real estate Retail Rigenerazione Urbana Salute Scommessa Roma Scuola Sostenibilità Spazi pubblici Sport TEHA Trasporti Turismo Uffici