28-09-2023 Alessio Garofoli 2 minuti

Sostenibilità, salute e coesione sociale: le esperienze di Firenze e Prato

A Many Possible Cities V focus sugli “usi temporanei” di strutture e spazi, e sul legame tra contrasto alla CO2 e la lotta a inquinamento e abbandono

Visto che l’attuale imperativo urbanistico è quello dello stop al consumo di suolo, le città non devono più espandersi, ma trasformarsi. Vale non solo per la forma, ma anche per gli usi degli edifici e degli spazi. Che possono anche essere programmati come provvisori. Un esempio lo fornisce Valerio Barberis, assessore all’urbanistica del Comune di Prato, che davanti alla Basilica di Santa Maria delle Carceri ha piazzato in estate una “foresta temporanea”. Cioè una serie di vasi con degli alberelli, rimossi con la fine della bella stagione, per combattere l’isola di calore. Prima polemiche, poi apprezzamenti, racconta Barberis. Il quale parla a Firenze, all’appuntamento del 28 settembre, chiamato appunto “Rigenerazioni urbane: gli usi temporanei per una transizione partecipata e inclusiva”, nell’ambito di Many Possible Cities V. E spiega come nella sua visione e nei suoi progetti per Prato, la transizione ecologica cui siamo vincolati abbia anche risvolti relativi alla salute, oltre che sociali: ciò che produce C02, del resto, spesso crea anche inquinamento e gli alberi non generano soltanto ombra, ma anche aria più pulita.

Ecco perché Barberis illustra anche i piani di forestazione urbana in atto nella sua città (Prato Forest City, iniziativa analoga ad altre attuate in varie parti d’Italia), stavolta pensati per essere strutturali. Ambiente, wellness, coesione sociale. Tutto si tiene nelle riflessioni in atto su come debba cambiare, migliorando, la vita nei centri urbani. Da sempre il focus di Many Possible Cities, che va in scena quest’anno nell’ex manifattura tabacchi fiorentina, interessata da un grande piano di riqualificazione. Un appuntamento in cui protagonisti sono stakeholder e addetti ai lavori della rigenerazione urbana. Tra i più noti, nella regione, Abitare Toscana, il cui amministratore delegato Tancredi Attinà, anche lui tra gli ospiti della mattinata, espone due iniziative del suo gestore socio-immobiliare.


Una è “Quartieri Sani Hub”, ricerca sull’”ecosistema” delle strutture di assistenza primaria (Case della Comunità o Case della Salute) inserite in un contesto di quartiere fiorentino che ha proprie dinamiche di vita.


Un partenariato tra Comune di Firenze, Società della Salute di Firenze, Fondazione, Fondazione Cassa di risparmio di Firenze, dipartimento di Architettura dell’ateneo gigliato (Dida) e Fondo Housing Toscano svilupperà nell’area verde contigua a Osteria Social Club e alla prossima Casa di Comunità di Via dell’Osteria, un progetto di orti terapeutici, social e smart che possano far partire il primo hub Quartiere Sano a Firenze. 

Partendo da questo progetto, riferisce Attinà, il Comune di Sesto Fiorentino, d’intesa con il Comune di Campi Bisenzio, a seguito della proposta presentata da una partnership coordinata da Abitare Toscana con, tra gli altri, la Società della Salute Area Fiorentina NordOvest ed il Dida, ha deciso di partecipare alla seconda call del bando europeo European Urban Initiative, in scadenza il prossimo 5 ottobre. L’idea, dal titolo SeCura-stoCultura affronta la questione delle Healthy Cities, portata dalla scala del quartiere a quella di area vasta, proponendosi di innescare, partendo dalla diffusione di orti urbani e ciclo-officine, processi virtuosi volti al miglioramento delle condizioni fisico-ambientali dello spazio pubblico urbano, nonché della sua accessibilità e riconoscibilità, in un’ottica che favorisca il benessere e la salute dei cittadini, puntando su percorsi/processi di inclusione lavorativa.

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Alessio Garofoli
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