23-04-2024 Alessio Garofoli 4 minuti

A Roma un upgrade per il Palazzo dei Congressi dell’Eur

Presentato il progetto di restauro e rifunzionalizzazione della struttura di Alvisi Kirimoto, per spingere la vocazione congressuale del quartiere

Un’opera icastica dell’architettura razionalista da restaurare, in un quartiere da lanciare sempre più facendo leva sulla sua vocazione congressuale. Circa 8 milioni di euro, di cui uno da Pnrr, per la ristrutturazione del Palazzo dei Congressi romano all’Eur, annunciata dai vertici di Eur spa, società controllata al 90% dal ministero dell’Economia e al 10% da Roma Capitale e proprietaria della struttura. Un progetto che per l’ad di Eur spa Angela Maria Cossellu, intervenuta alla conferenza stampa di lancio del 22 aprile, è «epocale», perchè sarà il primo dal 1953, quando il Palazzo fu inaugurato per la Fiera Internazionale dell’Agricoltura. Progettato dall’architetto Adalberto Libera, iniziato nel 1938, avrebbe dovuto essere pronto per l’Esposizione universale di Roma (da cui viene l’acronimo Eur) del 1942 che la guerra avrebbe poi mandato a monte.

I lavori dureranno circa due anni, il progetto è firmato dallo studio di architettura Alvisi Kirimoto (già coinvolto, tra gli altri progetti, per l’ex Macrico di Caserta), ed è al vaglio della Soprintendenza speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio: oltre che alla ristrutturazione procederà alla rifunzionalizzazione dell’edificio che oggi è, insieme alla vicina Nuvola anch’essa di Eur spa, il più importante polo congressuale della Capitale e tra i primi in Europa. La rifunzionalizzazione, che verrà attuata anche nella Nuvola, darà la possibilità di poter ospitare anche quattro eventi diversi in contemporanea. Oltre a interessare il complesso nel suo insieme a fini di conservazione, la ristrutturazione punterà a conferire al Palazzo una maggiore funzionalità, quindi una migliore competitività in linea con l’offerta delle principali capitali congressuali. Un intervento dal valore non solo estetico e storico, visto che un palazzo non è semplicemente un quadro. Non a caso il presidente di Eur spa Enrico Gasbarra ha sottolineato che l’anno scorso il Palazzo dei Congressi e La Nuvola hanno accolto 300mila presenze, e il primo ha registrato un fatturato in crescita di un milione di euro.

Alvisi Kirimoto ©Ilaria Magliocchetti Lombi


Dalla sua Cossellu ha fatto notare come un tempo l’Eur, popolato essenzialmente da uffici, fosse considerato un «quartiere morto» che oggi, fortunatamente, non è più tale. Ricordando che (come del resto era nell’idea alla base della nascita dell’Eur) esiste una “terza Roma” dopo quella antica e quella rinascimentale, anch’essa da valorizzare e visitare.


E per spiegare il proposito dietro a questa iniziativa ha menzionato un’altra icona razionalista della zona, il Palazzo della civiltà italiana, meglio noto come Colosseo quadrato, rivitalizzato dalla gestione Fendi.

Il concept. Il progetto di Alvisi Kirimoto è duplice: oltre al recupero e restauro degli elementi architettonici esistenti, ci sarà un adeguamento funzionale tramite l’inserimento di nuovi componenti in grado di modificare i flussi e l’ampliamento delle dotazioni tecniche. Tra gli interventi relativi alla gestione dei flussi dei visitatori al piano terra, l’atrio centrale sarà trasformato in un vestibolo dinamico che possa dividere a metò il Palazzo garantendo una distribuzione verticale adattabile alle diverse necessità di configurazione degli spazi. A supporto della gestione dei percorsi, pareti mobili opache e vetrate assicureranno il corretto orientamento dei visitatori verso i diversi eventi e un adeguato isolamento acustico. Per entrambe le tipologie di partizioni il loro posizionamento seguirà la logica compositiva dell’edificio e per la maggior parte i nuovi elementi si attesteranno sulle originali posizioni delle porte vetrate pensate all’epoca da Libera. Un’operazione che, ha detto l’architetto Massimo Alvisi, cofondatore dello studio Alvisi Kirimoto, rappresenta «una sfida unica. Fin dall’analisi e dallo studio preliminare dell’edificio è risultato chiaro che Libera avesse già ipotizzato la possibilità di una futura evoluzione del progetto. Quello che abbiamo fatto, infatti, è stato ampliare e migliorare gli elementi già presenti sfruttando le nuove tecnologie disponibili. L’obiettivo è costruire un percorso filologico tramite l’inserimento negli spazi di una serie di dispositivi mobili in grado di gestire i flussi in modo autonomo, separando acusticamente i diversi ambienti e l’installazione di infrastrutture tecniche innovative come le nuove tende oscuranti e il nuovo Ring scenotecnico».

Oltre alla gestione dei flussi dei visitatori, sono state ideate delle integrazioni anche sulla flessibilità dei percorsi di carico e scarico: consentendo, durante eventi distinti, di gestire carico e scarico in modo del tutto indipendente. Le scale all’interno delle chiostrine, oggi chiuse, verrano ripristinate come connettori in grado di gestire i flussi verticali, e di distribuire gli utenti tra piano seminterrato e primo piano permettendo l’accesso alla terrazza e al Teatro pensile in maniera autonoma. Nasceranno inoltre una nuova copertura e un nuovo involucro pensati per lasciar penetrare la luce durante gli eventi notturni nascondendo la vista delle zone tecniche. La flessibilità dello spazio verrà inoltre potenziata anche dalla possibilità di fornire un vasto assortimento di layout e soluzioni sceniche per appuntamenti diversi: tra cui nuovi sistemi di appensione e di oscuramento, che sostituiranno gli attuali sistemi manuali con il Ring, un traliccio sospeso a circa 15 metri su cui agganciare elementi illuminotecnici e scenici, e pannelli oscuranti verticali motorizzati. Anche il primo piano sarà interessato da lavori con l’inserimento di nuove pareti mobili per poter configurare dodici sale autonome, con una corretta divisione acustica specularmente per ambedue le ali. Al piano terra ci saranno poi l’installazione di un nuovo bar e l’ampliamento dei servizi igienici. Una componente caratteristica del progetto, esplicitamente richiesta da Eur spa, è quella di valorizzare i capolavori artistici custoditi all’interno del Palazzo. A cominciare dal Fregio decorativo con le pitture opera di Gino Severini che godrà di un intervento illuminotecnico dedicato, perché sia visibile anche dall’esterno. Verranno inoltre ripristinate le due fontane decorative sul Piazzale Kennedy.

In copertina: Palazzo dei Congressi ©Alvisi Kirimoto

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Alessio Garofoli
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