08-01-2024 Redazione 2 minuti

Bioedilizia: l’Italia si conferma terzo produttore europeo di case in legno

L'ottavo Rapporto di FederlegnoArredo registra un fatturato di 2,3 miliardi di euro, inferiore solo a quello tedesco e svedese

Anche l’edilizia può essere rinnovabile e sostenibile, discostandosi così dai dati che molto spesso fotografano un settore energivoro e inquinante. In Italia questo è dimostrato, ad esempio, dalla crescita del comparto delle case in legno, che ha raggiunto un fatturato di 2,3 miliardi di euro (+15,8% sul 2021). Questi dati sono contenuti nell’ottavo Rapporto edilizia in legno di FederlegnoArredo, da quale si evince che sono 3.602 le unità abitative in legno costruite nel 2022 in Italia. Un aumento di un punto percentuale rispetto al 2021, che fa sì che il nostro Paese si confermi terzo produttore di soluzioni abitative in legno, dopo Germania e Svezia e davanti all’Austria, anche nel 2022.

Un risultato generato dalla produzione residenziale in legno: 866 milioni di euro e +12,7% rispetto al 2021, che corrisponde a un quinto di quella tedesca (4.4 miliardi di euro) e al 7,2% di quella dei 27 Paesi Ue, pari a 12 miliardi complessivi. Altro elemento presentato dal Rapporto è la geografia delle imprese che si occupano di bioedilizia, con la maggior concentrazione di operatori in Lombardia dove operano 73 aziende, Trentino-Alto Adige e Veneto che, nel loro complesso, rappresentano il 50% del totale. Ma è il Trentino Alto Adige a raggiungere la prima posizione fra le regioni che esprimono le imprese più grandi e più altamente specializzate del settore dato che non stupisce vista la tradizione abitativa e le caratteristiche di un territorio caratterizzato da ampi boschi.


Proprio in Trentino-Alto Adige viene infatti realizzato il 19% della produzione complessiva, seguito dalla Lombardia al 16%, mentre Piemonte e Veneto si attestano rispettivamente al 6 e al 5 per cento.


Quanto alle dimensioni delle aziende del settore, l’ottavo rapporto di FederlegnoArredo ci dice che le prime 10 rappresentano quasi il 31% del mercato e che il 68% ha un fatturato complessivo inferiore ai 5 milioni di euro. Ma anche che solo il 7% ha agguantato un giro d’affari superiore ai 50 milioni di euro, rappresentando però il 46% del mercato. Questo a dimostrazione di un settore ancora molto concentrato nelle mani di pochi operatori.

«Il rapporto di quest’anno conferma come la bioedilizia stia man mano guadagnando nuove fette di mercato, dimostrando di avere le potenzialità per porsi quale alternativa concreta rispetto all’edilizia tradizionale, all’interno di un percorso di sostenibilità e valorizzazione del legno per lo stoccaggio della Co2», commenta FederlegnoArredo. «Serve però un’operazione di sensibilizzazione e promozione del settore che renda sia il privato cittadino, ma anche le amministrazioni pubbliche sempre più consapevoli del valore che le strutture in legno hanno in termini di sostenibilità. Un percorso che come Assolegno di FederlegnoArredo continueremo a portare avanti anche nel confronto con le istituzioni, affinché siano previste misure che incentivino questa tipologia di edilizia».

In copertina: Lilelo, eco-hotel nel Monferrato, progetto di Marco Lavit dell’Atelier Lavit  ©Atelier Lavit

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