Da Nido Living alla Cei, tutti in campo per lo student housing

10-10-2025 Giulia Fuselli 3 minuti

10-10-2025 Giulia Fuselli 3 minuti

Da Nido Living alla Cei, tutti in campo per lo student housing

Intanto Coima ha avviato le prenotazioni delle stanze del Villaggio Olimpico per il prossimo anno accademico

«È l’inizio di un percorso che, se sviluppato, potrà portare alla realizzazione di mille posti letto», ha dichiarato Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti, durante la conferenza “Città nel futuro 2030-2050”, ospitata al Maxxi di Roma. «Anche la Cei ha una serie di immobili che non sono pieni. Il protocollo mira a strutturare un’attività di scouting per individuare opportunità – come edifici adiacenti alle chiese – dove collocare residenze per studenti».

Un annuncio che arriva a pochi giorni dalla firma di un protocollo tra Cdp e Conferenza Episcopale Italiana (Cei) per trasformare immobili ecclesiastici inutilizzati in alloggi a canone calmierato. Il primo progetto, finanziato attraverso il Fondo nazionale assistenza sociale (Fnas) con una dotazione complessiva di 1,2 miliardi di euro, prevede la creazione di mille posti letto.

Il tema degli alloggi universitari è ormai strutturale. Il mercato italiano dello student housing continua a crescere, spinto dal modello co-housing e, soprattutto, dai format in stile campus (Pbsa – Purpose Built Student Accommodation), sempre più adottati anche da operatori internazionali. Oggi il settore conta circa 20mila posti letto attivi in strutture dedicate e altri 20mila letti in fase di sviluppo previsti entro il 2027. Per colmare il gap servirebbero almeno 120mila posti letto. I dati, riportati nel Quaderno Assoimmobiliare “Una casa per studiare – Lo Student Housing secondo l’Osservatorio di Confindustria Assoimmobiliare”, fotografano quindi un settore in fermento, dove gli investimenti privati hanno superato i 4 miliardi di euro, guidati da investitori istituzionali come Cassa depositi e prestiti. Il potenziale di sviluppo, però, resta ancora enorme.

È in questo scenario che si inserisce l’espansione di Nido Living in Italia, tra i principali operatori europei nel settore dello student housing. Dopo aver acquisito da Prelios sgr un primo studentato da 600 posti letto a Milano, all’interno del distretto UnioneZero a Sesto San Giovanni, realizzato da Hines, Nido raddoppia acquistando da Taurus il complesso Scalo Vallino a Torino da 402 unità. Un segnale che intercetta una domanda strutturale ancora insoddisfatta e apre il campo a una riflessione più ampia: in Italia non servono solo nuovi alloggi, ma un cambio di passo sistemico, in grado di rendere l’housing universitario accessibile, sostenibile e capillare. Entrambi gli asset, la cui consegna è prevista per metà 2027, condividono la stessa filosofia progettuale: servizi condivisi ampi e di qualità (aree studio, palestra, cinema, sala giochi, terrazze, deposito bici), integrazione urbana e massima attenzione alla sostenibilità ambientale.

Il tema degli studentati rimane una priorità nazionale, sotto i riflettori soprattutto all’inizio dell’anno accademico. E da qualche giorno a Milano sono partite le registrazioni per quegli studenti che vorranno risiedere in quello che nascerà come Villaggio Olimpico di Scalo Romana, presentato da Coima, e che prevede appunto la conversione in studentato di 1.700 posti letto entro l’anno accademico 2026/27. Il maxi-progetto, primo tassello della rigenerazione dell’ex scalo, coprirà il 6% del fabbisogno studentesco cittadino e rientrerà nel 50% di edilizia accessibile del quartiere. L’investimento, frutto di un partenariato pubblico-privato, coinvolge anche Cdp Real Asset, il Fondo Impact e Intesa Sanpaolo tra gli altri. La transizione da villaggio olimpico a studentato avverrà in soli quattro mesi, rendendo l’intervento una delle conversioni più rapide nella storia dei Giochi Olimpici, stando al racconto degli operatori.

Fuori dai grandi centri, lo student housing si muove a ritmi più lenti ma significativi. A Rimini, grazie al bando Housing del Mur (Ministero dell’università e della ricerca) e ai fondi Pnrr, sono in arrivo 339 nuovi posti letto, mentre a Trento e Rovereto è arrivato il via libera a due progetti da 315 posti complessivi cofinanziati fino al 75% grazie alla legge 338/2000. Le iniziative sono guidate da Opera Universitaria e sostenute dalla Provincia autonoma di Trento.

In copertina: Dave Burk © SOM

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Giulia Fuselli
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