05-07-2023 Alessio Garofoli 4 minuti

Decaro contro il pessimismo sul Pnrr: “Va a gonfie vele, soprattutto grazie ai Comuni”

Il presidente dell'Anci all'evento "Missione Italia": "Le municipalità hanno raggiunto il 91% dell'assegnazione dei fondi Ue"

La terza rata del Pnrr è incagliata, anche se il Piano per ora è tra noi e sta già determinando i suoi primi effetti. Ma mentre continua il ping pong tra la Commissione europea e il ministro Fitto impazza la caccia al colpevole: che talvolta è il governo Draghi, talaltra la stessa Commissione, oppure i comuni. Questi ultimi hanno risposto per bocca di Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, intervenuto il 5 luglio sul palco di “Missione Italia 2021-2026, Pnrr dei Comuni e delle Città”, organizzato a Roma da Anci e Ifel. Non solo scagionando le municipalità, ma aggiungendo che, checché se ne dica, l’attuazione in Italia del Recovery Plan sta andando bene.

Decaro ha dapprima citato l’ultima relazione aggiornata dell’esecutivo sull’attuazione del Pnrr, che recita: «le amministrazioni locali hanno assicurato su tutto il territorio nazionale un intenso impegno nelle varie fasi di attuazione del piano, contribuendo in maniera significativa ai risultati finora raggiunti». Poi i dati più recenti, sempre forniti da palazzo Chigi, secondo i quali «al 13 giugno 2023 si contano in tutta Italia, in totale, 197mila progetti finanziati dal Pnrr, per un valore di 105 miliardi e 700 milioni di euro al netto dei cofinanziamenti. Di questi soldi, al 31 maggio scorso ai Comuni erano stati assegnati 36,3 miliardi di euro, pari all’91% della dotazione finanziaria che era prevista per loro. Faccio una comparazione – ha proseguito Decaro – per dare un’idea: a tutti gli altri soggetti beneficiari del Pnrr sono stati assegnati nello stesso periodo 69,4 miliardi di euro, che è solo il 46% della dotazione finanziaria prevista per loro. Noi siamo quasi al traguardo, almeno delle assegnazioni. Gli altri neanche a metà strada». Non solo. Il primo cittadino barese ha evocato anche l’Anac, «che certifica che da luglio 2022 a metà giugno 2023 in tutta Italia e da parte di tutti i soggetti attuatori sono state bandite 102mila gare d’appalto finanziate dal Pnrr o dal Pnc.

Ebbene, l’Anac ci dice che 52mila di queste gare – cioè, il 51% del totale – sono state bandite dai Comuni: più della metà di tutte le gare Pnrr-Pnc bandite fino ad adesso in Italia le abbiamo bandite noi. Vuol dire – ha insisitito – che siamo di gran lunga la prima categoria di committenti del Paese. Per fare un raffronto, le società, le aziende e i consorzi hanno bandito gare per il 16% del totale. Il comparto pubblico dell’istruzione, della ricerca e dell’università per il 14 per cento. Tutti gli altri comparti pubblici partecipano agli investimenti con percentuali molto più basse. Questa tendenza sul Pnrr, che ha avuto una forte accelerazione dai primi mesi di quest’anno, non può che rafforzare il primato che i comuni già avevano rispetto a tutti gli altri livelli di governo quanto a capacità di spesa per investimenti». Il riferimento agli investimenti, anche quelli extra Pnrr, non è casuale.

Oltre il Pnrr: le istanze dei comuni.


La premessa è servita a Decaro per toccare una battaglia che i comuni portano avanti da lustri: «Si stanno discutendo con l’Ue i termini di un nuovo Patto di stabilità».


E lui non vuol «credere che, dopo quello che abbiamo patito dalla crisi finanziaria dello scorso decennio, qualcuno immagini di imporre di nuovo agli enti locali vincoli insostenibili e controproducenti, che avrebbero come prima vittima la capacità di investimento e come risultato l’erosione degli stessi servizi che diciamo di voler potenziare: cioè i servizi sociali, gli asili nido, le scuole. Dobbiamo valorizzare – ha continuato – e difendere il dato che oggi l’intero Paese sia in fase di crescita ed espansione. Questo incremento si è avvertito prima nei territori del Centro-Nord, ma dal 2021 anche nel Mezzogiorno la ripresa è stata molto evidente: parliamo di un più 23% rispetto al 2017, che si attesterà a più 65% a fine 2023 grazie ai lavori del Pnrr». Dopodiché, Decaro si è rivolto direttamente al governo, invocando la semplificazione del «meccanismo delle anticipazioni, perché ci sono troppi passaggi tra ministeri e comuni. Se un’opera ha già un progetto esecutivo allora l’anticipo deve essere automatico per un importo maggiore del 10%, perché le imprese a noi chiedono subito almeno il 30 per cento.

Poi c’è la questione dei pagamenti, perché la circolare del governo su questo punto non ha prodotto risultati apprezzabili. Servono scadenze e tempi certi per i pagamenti delle rendicontazioni. Si dice che la spesa del Pnrr è in ritardo e poi si paga lentamente la spesa già prodotta: questo non è possibile. È necessario, lo diciamo da mesi, estendere la norma sulle semplificazioni, che adesso esiste solo per l’edilizia scolastica. Infine, c’è il problema che è noto ormai a tutti coloro che si occupano di Pnrr, che è quello dell’aggiornamento della piattaforma Regis, di cui vengono segnalati ritardi e malfunzionamenti: dobbiamo sapere che è in buona parte da questo problema – ha sostenuto Decaro – che nasce la percezione sbagliata e sottostimata dell’andamento dei progetti Pnrr». E dunque Decaro ha chiamato in causa Bruxelles, per dire: «Mettiamoci anche tanta fiducia. Credo che valga per l’Italia in generale, ma io ora posso parlare per la nostra parte di lavoro: i Comuni come vedete stanno lavorando bene, i risultati sono tangibili, concreti, visibili». Messaggi chiari e argomentati, quelli di Decaro. Anche se tra investimento e spesa corrente talvolta può esserci non una distinzione, ma un legame. A sollevare il tema, logico, ma di cui in genere non si parla, è stato il sindaco di Novara Alessandro Canelli, intervenuto dopo Decaro. Canelli ha ricordato che grazie al Pnrr verranno costruiti degli asili nido, che poi però andranno fatti funzionare: e questo implica un aumento strutturale di spesa (per gli stipendi degli insegnanti, per fare un esempio). E chi sarà a finanziarla, «i comuni o il governo?», ha chiesto Canelli.

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Alessio Garofoli
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