20-10-2023 Redazione 2 minuti

La riqualificazione che parte dalle periferie: le proposte di Legambiente

Sei punti indicati dall'associazione al governo per rendere i centri urbani più inclusivi. A partire da buone pratiche già in atto in varie città

Una riqualificazione urbana che investa le periferie, in modo che queste diventino entro il 2030 cardini di inclusione sociale, innovazione e sostenibilità. Obiettivo da raggiungere attraverso una sinergia tra istituzioni locali e cittadini e la definizione di una road map nazionale che delinei interventi strutturali grazie ai quali combattere le disuguaglianze ambientali, sociali ed economiche.

È questa per Legambiente la sfida che l’Italia deve cogliere nei prossimi sette anni, anche per centrare l’obiettivo 11 dell’agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile che chiede ai 193 Paesi delle Nazioni unite che l’hanno sottoscritta, tra cui l’Italia, «città e insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili». Sei le proposte e aree di intervento che l’associazione ambientalista presenta con il suo report “Periferie più giuste”, sotto la voce “agenda 2030 per periferie più giuste, inclusive e sostenibili” indirizzata al governo Meloni: 1) una politica intersettoriale dedicata alla rigenerazione delle periferie che tenga conto della riqualificazione fisica, sociale e culturale; 2) integrazione degli interventi sulle singole abitazioni con quelli a scala di comunità e di quartiere; 3) garanzia del diritto ad un abitare dignitoso e bassi consumi energetici attraverso politiche pubbliche strutturali e stabili nel tempo, coerenti con la nuova direttiva europea sulle case green. 4) accesso garantito alla “ricchezza comune” come diritto di cittadinanza: accesso a servizi sanitari, sociali, culturali e di istruzione prossimi e di qualità e a tutti quei fattori che nel territorio possono ridurre e compensare le povertà di ricchezza privata, dagli spazi pubblici alla mobilità, al verde 5) diritto di accesso all’energia per tutti, contrastando la povertà energetica con politiche strutturali, non affidate solo ai bonus. 6) contrasto alla povertà educativa attraverso una programmazione che finanzi a livello territoriale i Patti educativi di comunità, coinvolgendo i vari soggetti attivi (istituzionali e non) e condividendo la strategia per arricchire le aree periferiche di opportunità educative.


Alla base delle sei proposte l’idea che le periferie debbano diventare i nuovi centri nevralgici delle città.


Per questo per Legambiente è fondamentale replicare le buone pratiche già in atto sul territorio, fondate proprio sulla cooperazione tra istituzioni locali e partecipazione dal basso. A sottolinearlo le 18 storie virtuose al centro del dossier “Periferie più giuste”.

Le esperienze al centro del report: tra le buone pratiche citate dal report, uno dei cuori pulsanti è rappresentato dall’Emilia-Romagna con l’edilizia sociale di Ferrara “Le Corti di Medoro”, uno degli esempi meglio riusciti di rigenerazione urbana in Italia realizzato da Acer (Azienda casa Emilia-Romagna), recuperando gli immobili esistenti di un complesso di 48mila mq sorto alla fine degli anni Ottanta come Centro polifunzionale integrato. Modena con il progetto “Energia per tutti: nodi territoriali, bisogni, opportunità”, coordinato dal Forum disuguaglianze e diversità e promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e da Fondazione Snam con il Bando energia inclusiva, per far emergere le diseguaglianze presenti sul territorio di Modena e Cagliari e definire un percorso di ricerca e azione per studiare e formulare proposte concrete di policy contro la povertà energetica. Bologna con Porto 15 è l’esempio di cohousing realizzato in partnership tra enti pubblici e privati per tentare di rispondere a una pluralità di bisogni: dall’esigenza di sostenere l’autonomia abitativa dei giovani under 35, a quella di innovare i modelli di edilizia pubblica, fino alla necessità di riqualificare e valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico, realizzando opere di rilevanza sociale. All’interno dello stabile, di proprietà dell’Asp “Città di Bologna” e situato nel centro storico della città, a ridosso del distretto culturale denominato Manifattura delle arti, sono stati recuperati 18 alloggi per circa 45 posti letto.

In copertina: ©PORTO15

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