Milano rilancia il piano casa: una nuova strategia per l’abitare accessibile
Dal recupero dell’edilizia popolare alla rigenerazione urbana: la città si prepara a creare 10mila nuove residenze e a rinnovare il concetto di living sostenibile e inclusivo
Abitare sostenibile e inclusivo, il diktat. E un compito: quello di cambiare la narrazione della città pubblica. Con l’intento di ridisegnare la geografia sociale della città, il Comune ha approvato le linee guida del Piano straordinario per la casa, che punta a dare una risposta concreta alla crescente domanda di alloggi a prezzi sostenibili.
Un progetto di trasformazione urbana che integra politiche abitative, rigenerazione dei quartieri e nuovi modelli di collaborazione pubblico-privato.
Gli obiettivi del Piano sono ambiziosi: circa 10mila nuovi alloggi, di cui 6.500 nel territorio del Comune di Milano e 3.500 nei comuni limitrofi, per un totale di 300mila metri quadrati di aree. Le localizzazioni coinvolgono 21 siti urbani, distribuiti in quartieri diversi e pensati per rispondere a esigenze abitative eterogenee, dal centro alla periferia.
Tra le aree individuate figurano luoghi simbolici della città come via Sant’Elia (ex Palasharp), via Demostene, via Medici del Vascello, via Pompeo Leoni, via Bovisasca, piazzale Martesana, via Betti/Cechov, fino a spingersi oltre i confini comunali verso Garbagnate Milanese, Senago, Cologno Monzese e Gessate.
Il primo passo: l’area di via Demostene 10. Il 28 maggio 2025 sono scaduti i primi due avvisi pubblici per raccogliere manifestazioni di interesse sulle otto aree prioritarie del Piano. Tra queste, l’area nel quadrante sud-est della città, la prima a muoversi verso la realizzazione. Su un lotto di 4.776 metri quadrati, il progetto prevede la costruzione di: 33 nuovi alloggi (per circa 2.200 metri quadri); un’area verde pubblica di 1.520 metri quadri, aperta e fruibile; spazi per servizi e commercio di vicinato al piano terra (circa 1.200 metri quadri).
Il cronoprogramma è già delineato e il bando per proposte migliorative scadrà a gennaio 2026. La stipula della convenzione è prevista, invece, entro maggio 2026
I pilastri della nuova politica abitativa che sono alla base della strategia milanese sono cinque e puntano a costruire un sistema abitativo più equo e duraturo. In primis, la forte regia pubblica. Infatti, il Comune mantiene un ruolo centrale di indirizzo e controllo, garantendo coerenza e visione strategica. Poi ci sono le partnership pubblico-private con modelli innovativi di collaborazione per condividere risorse, competenze e rischi e la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica (Erp) insieme alla realizzazione di nuove abitazioni a canone sostenibile. Il tema dell’affitto sostenibile permanente è al centro di questo Piano. La proposta è: canoni non superiori a 80 euro al metro quadro all’anno, pari a circa 400 euro al mese per un bilocale di 60 metri quadri. Il target mirato: le nuove case saranno destinate principalmente a lavoratori con redditi compresi tra 1.500 e 2.500 euro al mese, oggi spesso esclusi dal mercato immobiliare privato ma non idonei all’edilizia pubblica tradizionale.
La strategia si ispira anche ai principi elaborati dal programma europeo Horizon Europe – HouseInc, che individua le “4 A” dell’inclusività abitativa: accessibility (accessibilità), availability (disponibilità), affordability (economicità), acceptability (accettabilità). Lo stesso tema, in chiave di sostenibilità, è stato al centro dell’evento Sustainable Places 2025: il futuro della sostenibilità passa da Milano, dove PPAN ha partecipato come media partner.
Con la nuova delibera, la Giunta introduce una serie di strumenti innovativi per accelerare e rendere più efficaci gli interventi, rispondendo sia all’urgenza abitativa sia alle sfide ambientali e sociali.
Concorso internazionale per la rigenerazione urbana
Seguendo le orme dei progetti di rigenerazione di altre città europee – come è emerso nel corso dell’evento “Città del Futuro 2030-2050” a Roma – Milano apre le porte ai progettisti di tutto il mondo. Per le aree ancora da bandire, il Comune lancerà un concorso internazionale comparativo, con l’obiettivo non solo di costruire nuove case, ma di rigenerare interi quartieri, introducendo servizi, spazi pubblici e funzioni sociali. Il primo concorso sarà dedicato all’area ex Palasharp, tra ottobre e novembre 2025. A supporto, gli uffici comunali condurranno un’estensione istruttoria per valutare attentamente gli aspetti economico-finanziari delle proposte e stimare i costi di bonifica ambientale, così da ridurre al minimo le incertezze progettuali.
Valorizzare i vuoti
Un’altra priorità è recuperare e valorizzare gli immobili pubblici oggi sfitti o sottoutilizzati. Invece di vendere gli edifici inseriti nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari (Pavi), il Comune sceglie di riattivarli a fini sociali. Il primo intervento riguarderà via Trivulzio 18, dove entro fine 2025 verranno recuperati 12 appartamenti. Parallelamente, sono previsti avvisi esplorativi per acquisire immobili di altri enti pubblici, ampliando il patrimonio comunale destinato ad affitti accessibili. Per sostenere questa azione, sono state stanziate nuove risorse a bilancio dedicate all’acquisizione e ristrutturazione di alloggi.
Acquistare patrimonio abitativo esistente
Oltre al recupero, il Comune potrà acquistare immobili già costruiti e pronti all’uso, con l’obiettivo di metterli rapidamente a disposizione di cittadini e famiglie in difficoltà abitativa. Questa misura permette di rispondere in tempi brevi a un’emergenza che non può aspettare i tempi lunghi delle nuove costruzioni.
Destinare aree a funzioni pubbliche
Non tutto sarà residenziale. Una parte significativa delle aree individuate nel Piano sarà trasformata in verde pubblico e spazi di socialità, per un totale di 32mila metri quadrati. Tra queste: via Betti/Cechov (14.700 metri quadri), via Trevi (1.700 metri quadri), piazzale Martesana (11.000 metri quadri), via De Notaris (2.500 metri quadri) e via Esterle (1.800 metri quadri). Una scelta che conferma la volontà di Milano di bilanciare la densità abitativa con la qualità ambientale, favorendo quartieri più vivibili e inclusivi.
Parallelamente alla creazione di nuovi alloggi, il Comune prosegue la valorizzazione dell’edilizia residenziale pubblica (Erp), con investimenti significativi e obiettivi chiari:
- 6 milioni di euro già stanziati da MM, recentemente trasformata in società benefit, per interventi diretti sul patrimonio esistente;
- 700 nuove assegnazioni ERP entro la fine del 2025 (raddoppiando, così, le 350 previste in precedenza);
- 21 milioni di euro inseriti nella variazione di bilancio per recuperare 800 alloggi sfitti nel 2026;
- 50 milioni di euro ulteriori per riqualificare 1.200 alloggi tra il 2026 e il 2027.
Nel complesso, il triennio 2025-2027 porterà alla riqualificazione di 2.500 appartamenti pubblici, che torneranno disponibili a chi ne ha più bisogno.
Non solo Milano
La nuova strategia non si ferma ai confini amministrativi del Comune. Con il Progetto sistema abitare, Milano estende il proprio modello a livello metropolitano, coinvolgendo i comuni di Gorgonzola, Gessate e Cologno Monzese.
L’obiettivo è recuperare aree dismesse e rigenerarle come poli di servizi, funzioni pubbliche e spazi sociali, per rispondere non solo al bisogno di case, ma anche alla necessità di una città metropolitana più equilibrata e interconnessan approccio sistemico che interpreta la casa non come semplice bene fisico, ma come infrastruttura di coesione urbana.
In copertina: Milano ©Adobe Stock

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