22-11-2021 Paola Pierotti 5 minuti

Con i Pinqua, un nuovo vocabolario per l’urbanistica italiana

Protagonisti di Urbanpromo 2021 gli enti locali premiati dal Mims con il programma per la qualità dell’abitare

Fare comunità, tenendo insieme questioni materiali e immateriali; costruire la città pubblica; investire su co-design e partecipazione; attivare progetti intergenerazionali e con mix funzionale; casa scuola e lavoro, rigenerazione urbana e infrastrutture sociali; e ancora, focus su comunità energetiche e forestazione urbana; incentivi del 110% abbinati a piani di valorizzazione degli spazi urbani condivisi. Si innova il vocabolario del governo del territorio grazie al capitale di contenuti emersi dai progetti presentati nell’ambito dell’iniziativa ministeriale Pinqua, il programma innovativo per la qualità dell’abitare, che è stato anche il protagonista dell’edizione 2021 di Urbanpromo, l’appuntamento annuale promosso da Inu e Urbit.

PPAN ha partecipato come co-autore di una maratona che il 19 novembre ha visto in campo assessori, sindaci, dirigenti, ma anche professionisti e operatori privati, per raccontare come stanno cambiando le città, con la leva del finanziamento pubblico.


Progetti che parlano di un nuovo dialogo tra “rigenerazione urbana” e “abitare”.


Tra le tante storie alcuni fili rossi che legano città diverse tra loro. Chieti, Cesena e Ascoli Piceno hanno puntato sulla riconversione di ex conventi. Lamezia Terme, che è arrivata al quinto posto nella graduatoria nazionale, selezionata tra gli 8 progetti pilota ad altro rendimento, si è distinta (mentre era guidata da un commissario) per aver visto scendere in campo una trentina di studi professionali locali e per l’approccio manageriale a scala urbana: un progetto strategico con una dote di risorse pubbliche studiato in coerenza con altre iniziative private già avviate, come quella per il nuovo porto privato (600 milioni di euro di investimenti).

I comuni di Fermo e Andria, rappresentati rispettivamente dai sindaci Paolo Calcinaro e Giovanna Bruno, hanno messo a fuoco alcuni temi enfatizzando il metodo di lavoro. La cittadina marchigiana, il più recente capoluogo, il quinto, 36mila residenti e la terza città per numero di presenze turistiche nella Regione, si sviluppa su 126 kmq: si articola nella zona costiera, nel centro storico – toccato anche dal sisma del 2016 e che ora sta iniziando a vedere la luce grazie all’avvio della ricostruzione privata – a cui si aggiunge la cintura urbanizzata immediatamente limitrofe e poi una parte collinare, dove per la giunta c’è la vera scommessa. «In questa parte di città – ha raccontato il sindaco – dobbiamo portare lavoro e attrarre cittadini: abbiamo avviato una call per proporre un piano di valorizzazione delle aree che sono state “ex”, per una partnership pubblico-privata: c’era un ex conceria chiusa nel 2003, un ex zuccherificio, un ex fabbrica di calze. Ha risposto l’ex conceria (acquistata da Adriatica spa), che aveva ospitato una fabbrica di legno, ed era stata anche campo di prigionia». Qui troveranno casa i nuovi abitanti della città di Fermo con un residenziale misto, compresa una quota di social housing per giovani coppie o anziani. «Le risorse pubbliche come motore – ha aggiunto – considerando che è in corso l’iter per il nuovo ospedale (oltre 100 milioni di euro di investimento per l’infrastruttura promossa dalla Regione), e che non mancano investimenti privati come quelli del calzaturiero, che sta ripartendo: ne sono una testimonianza il nuovo stabilimento Fendi e la sede centrale di Nero Giardini».

La sindaca di Andria, da 13 mesi alla guida della città, affiancata dall’assessora alla visione urbana Anna Maria Curcuruto, ha ricordato che l’opportunità del Pinqua è arrivata a pochi giorni dal loro insediamento, «una città di 100mila abitanti con 405 kmq di estensione, la quarta della regione Puglia. Città – ha sottolineato la sindaca Giovanna Bruno – che ho ereditato dopo un lungo periodo commissariale, in pre-dissesto finanziario, 80 milioni di deficit. Immaginare di ripartire su queste macerie è stato complicato. Il Pinqua come occasione per mettere a sistema le deleghe dei vari assessorati, tenendo conto peraltro – ha aggiunto – delle “macerie umane” legate al personale inesistente. Abbiamo deciso di chiamare a raccolta la comunità cittadina (compresi i professionisti locali) per non perdere l’occasione: la città è stata senza strumento urbanistico fino agli anni ’90, ed è cresciuta in modo spontaneo, le ricuciture necessarie sarebbero state molte. La continuità, per evitare interventi a macchia di leopardo, ci è stata fornita dal tracciato ferroviario che era prima in periferia e poi è stato completamente inglobato con case a strapiombo sulla linea ferrata».

Da Andria, con l’interramento della ferrovia e la ricucitucitura di tre ambiti urbani di altrettante stazioni, a Imola con la rigenerazione del quadrante urbano Nord, ad Aprila, numerose le città che attraverso il Pinqua hanno ridisegnato il territorio facendo leva sul tema delle infrastrutture.

Altamura ha cavalcato l’onda del Pinqua come occasione per sperimentare strumenti di nuova generazione, con tre progetti relativi ad un quartiere della città consolidata e altri due per altrettante aree periferiche di edilizia economica e popolare degli anni ’70 e ’80. Un test per la pianificazione strategica portata avanti negli ultimi anni dall’amministrazione.

Tra le altre voci quella di Perugia che ha concentrato l’attenzione sulla rigenerazione di comunità, attraverso due progetti che vertono sulla risoluzione di un problema annoso (marginalità sociale, perdita di identità) di un quartiere molto popoloso, quello di Ponte San Giovanni che supera i 20mila abitanti (oltre il 15% degli abitanti della città).

«All’abitare è stata data un’accezione ampia: non solo case, ma anche scuole, teatri, impianti sportivi che però si devono trovare in un contesto abitativo, devono essere integrati rispetto alla casa, funzionali» ha commentato Adolfo Baratta, vicepresidente dell’Alta commissione del Mims per il Pinqua. «Qualcosa di diverso dal Sismabonus che interviene sul fabbricato residenziale, il Pinqua promuove strategie urbane che arrivano ad interessare le infrastrutture viarie, gli spazi pubblici».

In copertina: progetto Hubitare dell'ex Conceria a Fermo. Foto tratta dal video "I PINQua: i progetti del Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare" via Youtube

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Paola Pierotti
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