Roma Prossima: la Capitale ripensa la struttura del vivere urbano

08-05-2025 Giulia Fuselli 2 minuti

08-05-2025 Giulia Fuselli 2 minuti

Roma Prossima: la Capitale ripensa la struttura del vivere urbano

Servizi, spazio pubblico e partecipazione: il confronto promosso da Veloccia apre una nuova fase per il futuro della città

Piazzale Clodio, uno dei cuori pulsanti della giustizia romana, sta per vivere una trasformazione che va oltre la semplice riqualificazione urbana. L’obiettivo è ridisegnare questo spazio, dando vita a un ambiente che unisca funzionalità e vivibilità. Il progetto prevede più spazi verdi, un sistema di parcheggi rinnovato e un’urbanistica pensata per migliorare l’accessibilità e la qualità della vita, rispondendo così a una crescente richiesta di spazi urbani più sostenibili e a misura di cittadino. È una delle tante tessere di un mosaico più vasto che Roma sta iniziando a comporre, nel tentativo di diventare una vera città dei 15 minuti.

Proprio a questa visione è stato dedicato l’evento Roma Prossima, promosso dall’assessore all’Urbanistica e alla Città dei 15 minuti Maurizio Veloccia. Un’occasione di confronto tra amministrazione, esperti, fondazioni e cittadini su come riportare la vita urbana entro una scala umana, sociale e accessibile.

«Il lavoro sulla prossimità, intesa come strategia urbanistica, è perseguito da Roma Capitale con un nuovo approccio integrato – ha spiegato Veloccia durante l’apertura dei lavori – Un approccio che tiene insieme sociale, culturale, pianificazione, economia e ambiente. Da qui l’idea di realizzare una giornata di confronto che abbiamo voluto chiamare Roma Prossima. Riteniamo che il futuro delle grandi città dipenda dalla costruzione di vere e proprie reti di prossimità che mettano insieme servizi pubblici, spazi condivisi, sviluppo sostenibile e partecipazione attiva».

Un futuro che non può limitarsi a una visione tecnico-progettuale, come ha sottolineato con forza Giovanna Melandri, presidente della Human Foundation: «Parlare di rigenerazione “normale” oggi è un atto strategicamente politico. La grande sfida è integrare i processi — edilizi, economici, sociali — affinché diventino strumenti di giustizia e coesione. Non possiamo pensare alla trasformazione urbana senza tener conto della salute, del lavoro, della sicurezza sociale, della possibilità per le comunità di costruire il proprio futuro. È questa la chiave della rigenerazione urbana come processo trasformativo, e non solo edilizio».

Se Roma deve recuperare terreno rispetto ad altre città europee, come ha riconosciuto la stessa Melandri, serve però anche una nuova cultura civica della partecipazione. Leonardo Becchetti, co-fondatore di Next – Nuova economia per tutti, ha parlato della città come “luogo d’inizio”. «Dobbiamo passare da una cittadinanza passiva – afferma Becchetti – a una cittadinanza generativa. L’arte delle relazioni, la misurazione del patto sociale e l’energia partecipata sono le tre leve su cui dobbiamo costruire città che producano senso e benessere. Roma deve tornare a essere una città che unisce e non divide, e per farlo deve offrire luoghi di incontro veri, vivi, frequentati».

A dare concretezza al concetto di prossimità urbana, è stato poi l’intervento di Enrica De Paulis, dirigente dell’Ufficio di scopo per la Città dei 15 minuti: «L’obiettivo era generare spazi pubblici intesi come spazi di relazione: piazze, percorsi dolci, connessioni tra luoghi. Abbiamo lavorato su masterplan che definiscono un quadro unitario di interventi, non opere isolate, ma un programma coerente. Le periferie non possono più essere luoghi marginali: ogni quartiere deve offrire qualità, accessibilità e bellezza».

Tra gli strumenti messi in campo, anche i cosiddetti “progetti quartiere”, nati dalla collaborazione con i municipi. Ogni intervento è stato selezionato con criteri legati al contesto locale e alla capacità di rispondere ai bisogni delle comunità. «Abbiamo riscontrato — aggiunge De Paulis — che spesso i servizi non sono lontani, ma inaccessibili per mancanza di percorsi semplici. Intervenire su questi vuoti urbani può restituire qualità alla vita quotidiana».

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Giulia Fuselli
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