13-12-2023 Alessio Garofoli 2 minuti

Un patto tra tutela e tecnologia: così gli edifici storici diventeranno “green”

Al Maxxi un dialogo multidisciplinare per capire come efficientare strutture energivore, ma di pregio. Enea: pianificare studi e impatti

L’efficientamento energetico di strutture storiche può non essere facile. La via è stretta, ma oggi obbligata, si discute per capire il “come”. «Non si tratta solo dell’opportunità di installare i pannelli fotovoltaici sui tetti», ma il tema «deve diventare parte integrante nella conservazione e salvaguardia degli edifici culturali, senza limitarsi a interventi spot», dice Luigi La Rocca, direttore generale per Archeologia, belle arti e paesaggio e Soprintendente speciale Pnrr. Ma per farlo bisogna «ricalibrare il complesso lavoro sul patrimonio culturale, una partita sfidante, anche in chiave paesaggistica. Il punto di partenza e quello a cui siamo arrivati è la qualità dei progetti, che si ottiene attraverso la ricerca, la verifica delle diverse soluzioni, l’interazione, l’integrazione delle competenze, l’interdisciplinarietà». La Rocca parla durante l’appuntamento del 7 dicembre al Maxxi di Roma, intitolato “Patrimonio culturale, tutela e sostenibilità energetica, un dialogo possibile?”, organizzato dalla Direzione generale Abap/Soprintendenza speciale Pnrr e dal Maxxi stesso, con l’Ordine degli architetti della Capitale.


Il punto di caduta di questo dialogo, contro integralismi conservativi e voli pindarici “modernisti”, sta secondo il professor Luca Ribichini, della commissione Cultura Casa dell’architettura Ordine degli architetti di Roma e provincia, in un «patto tra tutela del patrimonio e innovazioni tecnologiche», avvalendosi di quelle «possibili».


E a rimarcare la difficoltà e l’importanza della sfida, Ribichini cita addirittura Papa Wojtyla, in una cui encliclica si legge, ricorda, «che la fede e la ragione sono come due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la verità. Io ho pensato che la tutela delle splendide testimonianze del nostro pensiero umano coniugate con le più avanzate tecniche di risparmio energetico fanno parte della stessa medaglia, sono un connubio tra scienza e arte, convivere e far stare meglio le persone e riuscire a valorizzare in maniera corretta l’edificio». Come si mettono a terra questi principi? Lo si fa analizzando la «consistenza del patrimonio italiano, pianificando studi e impatti, per accelerare poi i processi di cambiamento. Bisogna utilizzare un approccio olistico soprattutto nei confronti degli edifici più complessi, tutelati, riducendone comunque i consumi», spiega Ilaria Bertini, direttore dipartimento Unità per l’efficienza energetica di Enea.

All’incontro vengono mostrati alcuni esempi di questo tipo di interventi, come l’efficientamento del Politecnico di Milano, il restauro, riqualificazione, efficientamento energetico e valorizzazione del Museo di Capodimonte a Napoli grazie a una partnership pubblico-privata, le comunità energetiche rinnovabili e il fotovoltaico compatibile nei borghi medievali abruzzesi e alcuni casi romani, dalla Biblioteca nazionale di Castro Pretorio alla Stazione Termini. Fino appunto al progetto Grande Maxxi, che dovrà rendere il museo progettato da Zaha Hadid a emissioni zero. A proposito del quale Margherita Guccione, direttore scientifico del Grande Maxxi, sottolinea che il cantiere pilota aprirà nei primi mesi del 2024. «Un progetto che pone insieme tre principali tematiche di lavoro: accessibilità dei musei e dei luoghi della cultura, transizione energetica dei luoghi della cultura già esistenti, come» è proprio quello in cui si svolge l’incontro, «una struttura straordinaria quanto energivora, e realizzazione di un nuovo edificio che risponda in modo ancora più ambizioso alle richieste del nostro tempo», osserva Francesco Spano, segretario generale della Fondazione Maxxi. E si sta parlando di una costruzione inaugurata solo 13 anni fa. Figurarsi quanto la quadratura del cerchio possa essere complessa per strutture vecchie di secoli.

Ha collaborato Anna Panico.

In copertina: Roma, Grande Maxxi, (render) © LAN Architecture

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Alessio Garofoli
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