Roma smart city: la fibra ottica è un obiettivo da capitale europea

15-07-2025 Mila Fiordalisi 4 minuti

15-07-2025 Mila Fiordalisi 4 minuti

Roma smart city: la fibra ottica è un obiettivo da capitale europea

Il caso emblematico di Tor Bella Monaca: solo il 10% delle abitazioni a norma di legge. Corbucci: "Inspiegabile"

Portare la fibra ottica all’interno di 140mila edifici residenziali, pubblici e privati. Come si fa per acqua, luce e gas. Questa la nuova sfida del Comune di Roma che punta anche alla costituzione di un Gruppo di lavoro per l’infrastrutturazione multiservizio degli edifici (il Glime) per accelerare sui cantieri e soprattutto per monitorare lo stato di avanzamento degli stessi.

Il progetto è stato messo nero su bianco nella proposta di delibera presentata dai consiglieri capitolini Riccardo Corbucci (Presidente della commissione Statuto e Innovazione tecnologica) Antonella Melito e Sandro Petrolati – proposta già approvata dalle competenti commissioni – cha fa leva prevalentemente sulla semplificazione, intervenendo su procedure edilizie, modulistica e registrazioni, per dare certezza alle verifiche sulle infrastrutture digitali che devono essere realizzate per legge in tutti gli edifici di nuova costruzione ma che secondo i proponenti sono determinanti anche in quelli protagonisti di interventi di rigenerazione urbana.

«Quando diciamo che la tecnologia fa parte delle opere primarie, stiamo dicendo che le case hanno trasformato la loro funzione nel tempo: oggi a casa si lavora in smart working, cosa che prima non accadeva. Oggi pensiamo che la rigenerazione degli spazi passi dall’intelligenza dei luoghi. L’obiettivo è quello di costruire una Capitale che sia locomotiva per tutto il Paese» sottolinea Corbucci.

In dettaglio, si legge nella proposta di delibera – si punta ad “assicurare l’integrale applicazione delle prescrizioni contenute nell’articolo 135 bis Dpr 380/2001 Testo Unico Edilizia, concernente la normativa per l’infrastrutturazione fisica multiservizio degli edifici”, ossia “realizzarne le finalità, consentire le prescritte forme di attestazione e di segnalazione al competente Sinfi (Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture)” nonché “realizzare le forme più idonee di collaborazione permanente tra gli Uffici Tecnici di Roma Capitale e gli Ordini Professionali e gli Organismi rappresentativi dei professionisti e dei tecnici tenuti al rilascio di attestati, asseverazioni certificate e certificazioni sulle pratiche edilizie e sugli impianti da realizzare obbligatoriamente nei nuovi edifici”.

L’articolo 135 bis dispone l’obbligo di realizzazione in tutti gli edifici di nuova costruzione – le cui domande di autorizzazione edilizia siano state presentate dopo il 1º luglio 2015 – di un’infrastruttura fisica multiservizio passiva interna all’edificio, costituita da adeguati spazi installativi e da impianti di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica fino ai punti terminali di rete (lo stesso obbligo si applica, sempre decorrere dal 1º luglio 2015, in caso di opere di ristrutturazione profonda).

Per infrastruttura fisica multiservizio interna all’edificio si intende – recita l’articolo – il complesso delle installazioni presenti all’interno degli edifici contenenti reti di accesso cablate in fibra ottica con terminazione fissa o senza fili che permettono di fornire l’accesso ai servizi a banda ultralarga e di connettere il punto di accesso dell’edificio con il punto terminale di rete.

Stando a dati informalmente acquisiti dagli operatori del settore dell’impiantistica nonché dai tecnici progettisti abilitati alle attestazioni e certificazioni, l’obbligo di infrastrutturazione digitale multiservizio (di cui all’art. 135 bis) è stato rispettato, a livello nazionale, solo in una percentuale irrisoria delle licenze edilizie rilasciate dal 1° luglio ad oggi “e la gravità di questa situazione è facilmente desumibile sol considerando che, secondo l’Istat, dal secondo semestre del 2015 a tutto il 31 dicembre 2023 sono stati concessi permessi di costruire per oltre 521mila abitazioni, senza considerare quelli rilasciati per uso diverso dal residenziale”, si legge sempre nel documento.

E non fa eccezione la città di Roma: “Rientra proporzionalmente nei dati di inadempimento suindicati in relazione alle circa 2.678 abitazioni che, secondo l’Istat sono state realizzate dal 2015 al 2023, come, ad esempio, mostra l’esperienza dell’intervento di rigenerazione urbana ed edilizia nel Comparto di Edilizia Economica e Popolare R5 a Tor Bella Monaca, dove, a fronte di una consistenza di 400 abitazioni si vorrebbero realizzare le infrastrutturazioni obbligatorie di cui all’art.135 bis T.U. Edilizia solo per 40 di esse senza alcuna plausibile spiegazione”.

Secondo i tre consiglieri sono molte le cause che hanno portato a questa situazione, a partire dalla complessità delle normative che si sono sovrapposte negli ultimi anni in merito agli obblighi di infrastrutturazione degli edifici che fa il paio con la mancanza di una costante attività di aggiornamento della modulistica edilizia da parte delle Regioni così come anche l’insufficiente sistema di controlli operati dagli uffici tecnici degli Enti locali.

«Di importanza decisiva, pertanto, è disporre, a livello comunale, di una modulistica funzionale in grado di rappresentare puntualmente ed esattamente gli interventi di infrastrutturazione digitale multiservizio negli edifici ove la legge li rende obbligatori al pari delle altre opere di urbanizzazione primaria» per rendere comprensibili e sicure a tutti gli attori coinvolti le caratteristiche dell’intervento «assicurando la certezza delle transazioni economiche correlate, facilitare i controlli permettendo agli uffici tecnici ed alle autorità deputate di avere le informazioni e poter verificare rapidamente la conformità dell’intervento alla normativa vigente, nonché accelerare i tempi semplificando le procedure, riducendo i tempi di istruttoria delle pratiche senza la creazioni di duplicazioni che rallentano i processi e diminuiscono la certezza delle transazioni».

Determinante anche il ruolo del Gruppo di lavoro Glime, composto dai Direttori dei Dipartimenti Programmazione ed Attuazione Urbanistica e Trasformazione Digitale o loro delegati, dai Presidenti e Vice Presidenti delle Commissioni capitoline permanenti Urbanistica e Statuto ed Innovazione Tecnologica nonché dai Presidenti, o loro delegati, degli Ordini professionali di Roma degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi, dei Geometri e Geometri laureati e dei Periti industriali e Periti industriali laureati. Il Gruppo, entro 60 giorni dalla costituzione, dovrà provvedere alla verifica dell’idoneità della modulistica nonché consentire la certezza delle forme di attestazione e di segnalazione al Sinfi ed agli altri archivi pubblici.

Ed entro 90 giorni dovrà effettuare l’analisi della situazione concernente l’applicazione della normativa per il periodo dal 1° luglio 2015 ad oggi e fornire indicazioni ed osservazioni sulle eventuali possibili linee di indirizzo.

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Mila Fiordalisi
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