Scroll of Honour 2025, i progetti che reinventano l’abitare urbano

15-10-2025 Giulia Fuselli 2 minuti

15-10-2025 Giulia Fuselli 2 minuti

Scroll of Honour 2025, i progetti che reinventano l’abitare urbano

Il riconoscimento di UN-Habitat in occasione della Giornata mondiale dell’Habitat

Dalla lotta contro la povertà abitativa in Portogallo, alla rigenerazione urbana nei sobborghi di Città del Messico: le soluzioni alle crisi urbane globali stanno arrivando da contesti locali, e sono sempre più circolari, partecipative e sostenibili. Lo dimostrano i vincitori dello Scroll of Honour 2025, il più importante premio internazionale assegnato da UN-Habitat per l’impegno nell’urbanizzazione sostenibile.

Il riconoscimento è stato consegnato il 6 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’Habitat, che ogni anno accende i riflettori sulle sfide delle città. Il tema di questa edizione, Risposta alle crisi urbane, richiama l’urgenza di affrontare minacce sempre più interconnesse: insicurezza abitativa, disuguaglianze sociali. «Dai modelli abitativi inclusivi ai sistemi alimentari circolari, ciascuna delle iniziative riconosciute dimostra che anche in tempi di crisi le città possono rispondere con soluzioni inclusive, sostenibili e trasformative», ha dichiarato Anacláudia Rossbach, direttrice esecutiva di UN-Habitat.


Selezionati tra 141 proposte da Africa, Asia, Europa e Americhe, i vincitori dello Scroll of Honour 2025 offrono una panoramica concreta su come le città possano diventare piattaforme di resilienza, promuovendo allo stesso tempo giustizia sociale, innovazione ambientale e partecipazione comunitaria.


«La grande maggioranza degli obiettivi Sdg (Sustainable development goals) è legata a come gestiamo le città, e l’abitazione è al centro», ha aggiunto Rossbach. «Ampliare approcci trasformativi come quelli riconosciuti quest’anno è essenziale per costruire resilienza e garantire che nessuno venga lasciato indietro».

A Jos Plateau, in Nigeria, il tecnologo e imprenditore sociale Israel Smart ha creato la Hydroponic Farm-in-a-Box: un sistema di coltivazione verticale alimentato a energia solare e costruito interamente in plastica riciclata. L’iniziativa affronta insicurezza alimentare, disoccupazione e inquinamento urbano, trasformando tetti e balconi in spazi produttivi. Un modello di economia circolare urbana, capace di creare posti di lavoro dignitosi e rafforzare l’autonomia di donne e giovani in contesti vulnerabili.

A Beirut, l’organizzazione non governativa femminile Public Works Studio ha sviluppato Housing monitor, la prima piattaforma nella regione del Medio Oriente e nord Africa che consente ai residenti di segnalare sfratti e violazioni abitative, ottenendo supporto legale e sociale. Il progetto combina monitoraggio dei dati, advocacy istituzionale e azione di base, promuovendo la giustizia spaziale e contribuendo alla stesura della prima legge libanese sul diritto all’abitazione.

In tutto il Portogallo, Just a Change coordina volontari, aziende e amministrazioni locali per ristrutturare abitazioni degradate e restituire sicurezza e dignità alle famiglie vulnerabili. Oltre alla riparazione fisica degli edifici, il progetto rafforza il legame tra vicini, stimola la coesione sociale e promuove la sostenibilità energetica degli alloggi.

A Città del Messico, il capo di governo Clara Marina Brugada Molina ha lanciato il programma Utopias, riconvertendo spazi pubblici abbandonati in centri comunitari multifunzionali. Cultura, salute, educazione e sport si fondono in hub progettati con e per le comunità locali, riducendo le disuguaglianze e rafforzando la giustizia territoriale attraverso una governance partecipativa.

Una menzione speciale è andata poi a Gangwon una regione della Corea del Sud, per il suo contributo al rafforzamento delle competenze globali attraverso formazione e collaborazione internazionale per lo sviluppo urbano sostenibile.

In copertina: ©Justachange

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Giulia Fuselli
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