Regole chiare e case accessibili, solo così Milano sarà attrattiva

26-06-2025 Luigi Rucco 4 minuti

26-06-2025 Luigi Rucco 4 minuti

Regole chiare e case accessibili, solo così Milano sarà attrattiva

Dall’assessore Tancredi la conferma dell’avvio del dialogo tra Procura e operatori per lo sblocco delle operazioni indagate

I dati del terzo Osservatorio sull’Abitare realizzato da Scenari Immobiliari e Abitare Co. confermano Milano come una città strategica a livello regionale e nazionale per quanto riguarda il settore residenziale, continuando a rafforzare la visione di una città attrattiva capace di ampliare la propria offerta di servizi.

La città metropolitana di Milano ha registrato oltre 66mila transazioni di case lo scorso anno, di cui quasi 25mila nel capoluogo, con prezzi medi superiori ai 10mila euro al metro quadrato in centro città. Nel 2025 i prezzi medi di vendita si prevede possano raggiungere e superare nelle zone centrali gli 11.200 euro al metro quadrato, nelle zone semicentrali i 6.450 euro e in quelle periferiche i 3.950 euro.

«Milano nell’ultimo cinquantennio batte tutti i tipi di investimenti – dichiara Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – basti pensare che, negli ultimi 25 anni, i prezzi delle case sono in media raddoppiati». Il mercato immobiliare di Milano resta, con quello di Roma, il più interessante e vivace nel nostro Paese, nonostante il clima di incertezza che negli ultimi anni ha bloccato numerose nuove operazioni.

«I grandi centri urbani – ha affermato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – si distinguono sul panorama nazionale per la loro capacità attrattiva in quanto luoghi di scambio tra persone, idee, innovazione e merci. Per questo Milano, nonostante l’attuale momento di difficoltà, ha storicamente saputo riprendersi dalle crisi immobiliari, grazie a rapporti con pubblica amministrazione, terzo settore e i numerosi attori presenti sul territorio. Ogni soggetto deve partecipare per far sì che la ripresa sia ancora una volta dinamica e resiliente rispetto al mercato nazionale».

Oggi il capoluogo milanese nello specifico ha difficoltà nel soddisfare le richieste abitative, sia in termini di acquisto che di affitto. I dati sono eloquenti: ci sono 1,3 milioni di abitanti nel Comune di Milano e più di 3,2 milioni se si spostano i confini alla città metropolitana. «Nei prossimi 15 anni è previsto un aumento della popolazione a Milano – afferma Giuseppe Crupi, ceo di Abitare Co. – stimato tra il 3 e il 6%, e nell’area della città metropolitana del 4%. Bisogna già da ora accettare questa sfida e trovare delle soluzioni.


Milano ha una superficie molto più contenuta rispetto a quelle di Roma, Londra e Parigi. Per questo andrebbe ulteriormente valorizzata l’area metropolitana con servizi, trasporti e infrastrutture


Solo così saremo in grado di soddisfare le crescenti richieste di case nuove, accessibili e green».

«Milano è l’unica città comparabile alle capitali europee, grazie al tessuto imprenditoriale e le opportunità professionali e formative. Oggi c’è grande richiesta di prodotto casa nuovo ma è difficile produrlo: così si rischia di perdere capitali esteri, che richiedono tempistiche certe», dichiara Raoul Ravara, managing director di Hines.

Sulla stessa linea Corrado Trabacchi, partner e managing director di Orion Capital Managers: «Milano resta molto attrattiva, ma oggi la lente di ingrandimento sui permessi per le nuove operazioni spaventa i capitali dei fondi, che decidono di investire in altre città europee. Noi, ad esempio, stiamo investendo maggiormente in Spagna».

Ai dubbi degli operatori e alla lente di ingrandimento sulla città risponde l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano Giancarlo Tancredi, parlando anche del possibile sblocco delle operazioni sotto indagine. «Percepisco le energie positive degli operatori del settore, che testimoniano una voglia di ripartire con segnali tangibili.


Per quanto riguarda gli interventi bloccati e sotto indagine, noi abbiamo riscontrato la disponibilità della procura per attivare un dialogo con gli operatori interessati e il Comune di Milano, in modo discreto, per dare risposte a famiglie, costruttori, professionisti e investitori


I segnali di ripresa ci sono verso una nuova crescita sostenibile. Negli ultimi mesi abbiamo il 20% in più di pratiche edilizie, permessi di costruire e permessi convenzionati. Altro dato importante sono le 24 proposte di adesione Piano casa del Comune di Milano, che ha messo in gioco 20 aree chiamando gli operatori privati a collaborare per realizzare circa 10mila alloggi complessivi. Quello di cui ha bisogno la città e il settore sono regole chiare, trasparenti e in grado di informare tutti: cittadini, professionisti e procura».

Un tema milanese ma non solo, come sottolinea Paola Delmonte, presidente del tavolo Student housing di Confindustria Assoimmobiliare: «C’è un gap evidente tra domanda di residenzialità e offerta, che riguarda in particolare la fascia con reddito medio, impossibilitata nel trovare soluzioni accessibili sul mercato. Si stanno studiando soluzioni nazionali, come il recente Piano casa Italia a cui sono stati destinati i primi 660 milioni di euro, e locali con il Piano casa straordinario del Comune di Milano. Noi come Confindustria Assoimmobiliare promuoviamo una nuova forma di partenariato pubblico-privato che includa anche la dimensione finanziaria, attraverso la creazione di fondi di dotazione ministeriale dedicati. Questi fondi potrebbero co-investire, insieme a operatori privati specializzati nella rigenerazione urbana, risorse — come ad esempio fondi PNRR non ancora allocati — per sostenere interventi orientati all’accessibilità e alla sostenibilità. Un volano finanziario capace di trasformarsi in supporto concreto all’investimento, contribuendo al tempo stesso al contenimento dei costi di produzione».

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Luigi Rucco
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